Messina: operazione antidroga Biancaneve, 20 arresti

Operazione antidroga condotta dai carabinieri del comando provinciale di Messina che hanno eseguito 20 misure cautelari personali, di cui 18 in carcere e 2 ai domiciliari. Gli indagati dell’operazione denominata Biancaneve, dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di cocaina e marijuana, spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, usura ed estorsione.

L’attività di spaccio era promossa e gestita dal messinese Antonino Tavilla, 25 anni. I consumatori erano giovanissimi che risiedevano prevalentemente nei villaggi della zona sud della città. Uno dei destinatari del provvedimento si è reso irreperibile e sono in corso le ricerche.

Le indagini erano state avviate a gennaio del 2011 dopo la denuncia presentata ai carabinieri dai genitori di uno dei ragazzi coinvolti nell’attività di spaccio, preoccupati che il figlio stesse diventando sempre più ribelle, quasi violento nel chiedere continuamente soldi, fino ad arrivare a far sparire oggetti preziosi da casa. Agli investigatori è subito saltata agli occhi una “cattiva frequentazione” con Tavilla, già conosciuto dalle forze dell’ordine. Grazie ad intercettazioni telefoniche che in pochi mesi ha portato a monitorare circa 40 utenze, le indagini sono proseguite e sono arrivate alla conclusione di oggi.

Una svolta decisiva alle indagini si è avuta con l’arresto di un messinese di 32 anni per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. All’arresto è seguito infatti un periodo di grande agitazione di Tavilla che si trovava a Milano in quei giorni e che ha ripetutamente chiamato tutti i complici per comprendere l’entità del sequestro di droga effettuato dai carabinieri, preoccupandosi presumibilmente dell’impatto sul volume d’affari.

Da allora i trafficanti hanno iniziato a sentire sul collo il fiato delle forze dell’ordine, diventando sempre più sospettosi ed attenti nelle modalità di approvvigionamento e distribuzione di cocaina e marijuan. Fra di loro, quando si telefonavano, utilizzavano nomignoli, tra cui anche i nomi di alcuni dei sette nani della popolare favola. Da qui il nome dell’operazione, oltre al riferimento alle sostanze trafficate.

Tavilla, rientrato dal capoluogo lombardo aveva poi preso in gestione una sala giochi della costiera ionica che si è rivelata essere un’attività di copertura per i veri interessi del trafficante. Tavilla cambiava continuamente fornitori rendendo più complesso il compito degli investigatori. Prendeva contatti ed accordi per i vari scambi che poi raramente effettuava personalmente. Inoltre, il giovane cambiava spesso scheda telefonica e si spostava frequentemente da Messina, continuando a controllare a mezzo telefono la distribuzione della droga con ordini impartiti agli altri sodali. Questi ultimi avevano tutti le stesse caratteristiche: erano giovani incensurati e di buona famiglia. Insomma, insospettabili e ingenui al punto da prendersi al posto di Tavilla dei rischi delle cui conseguenze probabilmente nemmeno si rendevano conto.

Le indagini svolte dai carabinieri hanno consentito di portare alla luce diverse attività criminose di usura ed estorsione condotte in diverse occasioni da Antonio e Nicola Tavilla e Giuseppe Mazzù nei confronti di soggetti che venivano costretti a restituire somme ottenute in prestito con interessi che arrivavano anche al 300%.

Secondo gli inquirenti, l’associazione disarticolata oggi, aveva un giro d’affari da 500 euro al giorno, per un volume di circa 100.000 euro nell’arco temporale esaminato.

Oltre ai 20 arrestati, sul registro degli indagati sono iscritte altre 38 persone.

In carcere sono finiti: Antonino Tavilla, 25 anni; Tommaso Mangano, 36 anni; Giuseppe Viola, 38 anni; Fabio Abate, 27 anni; Andrea Aloisio Oteri, 3 anni; Ludovico Spuria, 24 anni; Danilo Lo Paro, 24 anni; Angelo Barnà, 25 anni; Nicolas Cannaò, 30 anni; Christian De Stefano, 24 anni; Giampiero Bitto, 26 anni, Antonio Micali, 27 anni; Giuseppe Antonio Utano, 31 anni; Vincenzo Quattrocchi, 24 anni; Pietro Giuseppe Trimarchi, 50 anni; Antonino Bonaffini, 40 anni, Nicola Tavilla, 49 anni e Giuseppe Mazzù, 56 anni.

I domiciliari, invece, per Maria Letizia Barbera, 24 anni e Melania Francesca Billè, 23 anni.

Maria Chiara Ferraù

 

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