Catania: in scena una commedia denuncia sulla malasanità

Sul palcoscenico teatrale si può ridere (quasi) su tutto: sulle tragedie, sui piccoli grandi drammi della quotidiana esistenza, su incidenti e imprevisti. Anche sulla salute e sulle malattie. Per esorcizzare le paure, per cercare di cancellare i timori. L’importante è farlo con tatto, con garbo, con compostezza. Come nel caso della commedia di  Aldo Lo Castro “Occhio non vede …”, proposta sul palcoscenico del teatro Don Bosco di Catania dalla compagnia “Teatro a tre alterazione”, a chiusura del cartellone curato dalla direzione artistica di Melina Distefano.

Una satira pungente e spietata, ben orchestrata dalla regia di Giovanni Puglisi, che ha regalato al numeroso pubblico intervenuto due ore di sana allegria, con un susseguirsi di gags e battute esilaranti senza soluzione di continuità ma, nello stesso tempo, fornendo numerosi spunti di riflessione su un tema scottante e di stretta attualità quale è quello della  “malasanità”.

Un fatiscente reparto oculistico di un qualsiasi ospedale italiano fa da cornice alle semiserie vicissitudini di uno sgangherato quartetto di pazienti alle prese con problemi “visivi” più o meno gravi: l’ormai rassegnato signor Impellizzeri (Gianni Sciuto), in attesa, da oltre venti giorni, che vengano riparate le apparecchiature per poter subire l’intervento; il sarcastico signor Scardaci (Franco Torrisi) le cui battute al vetriolo tentano di stemperare i malumori che aleggiano in corsia; e ancora il signor Palmi (Natale Puglisi) con una “retina a brandelli” e il distinto professor Vinciguerra (Salvatore Sottile) che instilla nei compagni di sventura il seme della ribellione. Un campionario umano e sociale che, stoicamente, sopporta malvolentieri le disfunzioni e le lacune del nosocomio e l’arroganza, la poca disponibilità e l’incompetenza del personale che vi opera, il medico (Tino Mazzaglia) e gli infermieri (Melina Distefano e Giovanni Puglisi).

Quando la pazienza sembra aver superato i limiti consentiti e il malcontento sta per prendere il sopravvento, la figlia e la moglie del professore Vinciguerra (Elisa Torrisi e Alba La Rosa), interessate a tutelare il “prestigio” dell’ospedale per fini personali, spengono le ire del congiunto, diventato quasi cieco a seguito di un banale intervento contro la miopia, rendendo vano anche il tentativo di “scoop” da parte dei giornalisti inviati in prima linea (interpretati da Annalisa Parisi e Giovanna Finocchiaro).

 

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