Palermo: estorsioni, due ristoratori fra gli arrestati

Sette persone sono state arrestati dai carabinieri a Palermo per estorsione nell’ambito dell’operazione denominata Bucatino, come il ristorante degli indagati, in via Principe di Villafranca, che sono finiti in manette. Ad essere stati arrestati sono: Francesco Centineo, 30 anni, in atto rinchiuso nel carcere Pagliarelli di Palermo; Pietro Umberto Centineo, 58 anni; Giovanni De Santis, 25 anni; Maurizio De Santis, 49 anni; Pietro Giuseppe Flamia, 55 anni; Francesco Li Candri, 37 anni e Rita Salerno, 43 anni, moglie di Maurizio De Santis.

La vicenda risale al maggio del 2012 quando i titolari di una società di trasporti della Provincia di Palermo hanno subito il furto di un rimorchio che conteneva elettrodomestici per un valore totale di 168 mila euro. Nel corso di una cena al ristorante Il Bucatino, gli imprenditori hanno confidato l’accaduto ai due titolari del locale, due degli odierni arrestati: Maurizio e Giovanni De Santis. Il primo, vantando una sua affiliazione alla famiglia di Palermo centro, si era offerto di recuperare la merce rubata, prospettando una protezione futura in cambio del pagamento del pizzo con il pagamento di 15 mila euro a Natale e 1.500 euro al mese a partire da gennaio 2013.

I due imprenditori hanno accettato l’offerta. In seguito i De Santis hanno iniziato una pressante azione intimidatoria nei confronti di due imprenditori pretendendo 200 mila euro. A giugno del 2013, nei pressi di piazza Unità d’Italia, le vittime sono state bloccate dai De Santis che ribadivano la richiesta, minacciando i due di more. Così i due imprenditori si sono impegnati a soddisfare la richiesta, chiedendo una dilazione per poter pagare l’intera somma, ma sono riusciti a consegnare solo 7.000 euro. Il 20 luglio del 2013 le due vittime sono state convocate per un appuntamento chiarificatore in un bar di Bagheria. Ad aspettarli anche Pietro Flamia che gli ha intimato il pagamento dei 200 mila euro, sotto minacce.

Le intimidazioni ai due imprenditori sono continuate a settembre del 2013 quando sono stati minacciati da Maurizio De Santis. Ad ottobre del 2013 nella vicenda si è inserito anche Umberto Centineo che faceva leva sul ruolo mafioso del figlio Francesco che si trovava in carcere. Così gli imprenditori hanno assunto l’uomo e il figlio come autisti e hanno consegnato a Umberto, come prestito, 1.400 euro per il pagamento delle spese legali del detenuto. Qualche giorno dopo, Centineo ha comunicato alle vittime che visto che i De Santis erano stati arrestati dopo le loro dichiarazioni, li dovevano risarcire almeno dei 32 mila euro per le spese legali. A quel punto i due imprenditori hanno risposto di voler denunciare tutto. Il giorno dopo alla loro porta si è presentato Francesco Licandi che ha continuato a chiedere loro i soldi per i De Santis, minacciandoli di morte. Le vittime hanno svenduto un camion e  consegnato la copia degli assegni ricevuti, per un importo di 30 mila euro a Centineo. Ma per loro non era ancora abbastanza. E così i due hanno deciso di denunciare i loro estortori che oggi sono finiti in manette.

Maria Chiara Ferraù

 

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