Alcara Li Fusi (Me): dalla Lombardia per vedere i grifoni

Dalla Lombardia alla Sicilia, precisamente ad Alcara Li Fusi, nel messinese, sui Nebrodi, per ammirare il volo dei grifoni alle Rocche del Crasto. Gli allievi dell’istituto comprensivo Vanoni in Lombardia giungeranno  giunti da Vimercate per arrivare nel cuore del Parco dei Nebrodi.

Ad accogliere gli studenti vi saranno i volontari dell’Associazione Ambiente Sicilia che cura per conto dell’Ente Parco il sito della voliera dei Grifoni e fornisce servizi di escursionismo e di fruizione e il Comune di Alcara Li Fusi, il cui Sindaco Nicola Vaneria, in collaborazione con gli uffici del Parco, ha assegnato del personale per garantire assistenza sul luogo.

Per i ragazzi sarà pure un’occasione di attività didattico-ambientale, perché avranno modo di conoscere i boschi di Mangalavite, ma soprattutto avranno modo di visitare, all’interno della sede del Parco di Alcara Li Fusi, il laboratorio didattico della “Tana delle idee”, dove al suo interno sono ospitati diversi diorami sugli ambienti naturali del Parco, quali la rappresentazione del regno dell’aquila, la storia dei grifoni, dall’estinzione alla reintroduzione, l’habitat dei caprioli e la sala degli ambienti boschivi. Inoltre è attiva una sala multimediale per conoscere gli animali che vivono nel Parco ed è possibile vedere in diretta su monitor collegato ad una telecamera che controlla e monitorizza il nido della coppia di aquila reale che vive nelle Rocche del Crasto. Un vero e proprio “Parco in miniatura” tutto da scoprire per avvicinare i visitatori a conoscere tutti i segreti del mondo dei Nebrodi.

Ma gli studenti avranno modo di conoscere anche i prodotti del luogo ed assaggiare piatti tipici del luogo a base di formaggi e salumi del territorio.

Sono i primi segnali positivi di ritorno delle scolaresche sui Nebrodi, seppure vi sia da parte del scuole una riduzione notevole delle attività didattiche – dichiara il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci – ma puntare su attrattori come i Grifoni, ormai  conosciuti in tutta Italia, dimostra che è possibile anche in queste fasi creare economia nel territorio del Parco”.

 

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