Brolo (Me): mutui fantasma, cinque avvisi di garanzia

 Il sindaco di Brolo (Me), Salvo Messina e quattro funzionari del comune, sono stati raggiunti da altrettanti avvisi di garanzia per la vicenda che ruota attorno ai mutui fantasma accesi dall’amministrazione comunale. Ieri la polizia giudiziaria di Patti e i carabinieri della compagnia pattese hanno sequestrato fascicoli, documenti e computer negli uffici comunali di Brolo, notificando le cinque informazioni di garanzia oltre che al primo cittadino, a Giuseppe Indriani e Calogero Tripi dell’ufficio tecnico; Carmelo Arasi, ragioniere del Comune e Costantino Maniaci, responsabile dell’ufficio affari generali.

La vicenda fino a ieri era rimasta soltanto una diatriba all’interno del consiglio comunale tra maggioranza e opposizione. Due milioni e 600 mila euro erano arrivati al comune dalla cassa depositi e prestiti per costruire un palazzetto dello sport, opera peraltro nemmeno iniziata, e per mettere in sicurezza una scuola elementare (in questo caso i lavori erano stati finanziati dalla protezione civile). Una situazione sicuramente poco chiara sulla quale anche la procura ha iniziato ad indagare circa un mese fa.

Nei giorni scorsi in procura sarebbero stati sentiti alcuni dipendenti comunali che avrebbero fatto ammissioni sulla gestione dei fondi giunti per le due opere, ma mai finiti in bilancio.

La vicenda è stata faticosamente ricostruita dal revisore dei conti Tiziana Vinci che aveva prodotto una relazione che ieri sera è approdata al consiglio comunale. A saltare all’occhio è la mancanza di una corrispondenza in uscita verso la cassa depositi e prestiti.  Agli atti ci sono solo documenti in entrata. E poi ci sono le delibere di giunta: questa è la n.140 del 3 ottobre 2011, consultabile anche sul sito internet del Comune, con cui si approva il progetto definitivo per la realizzazione del palasport. Per realizzare l’opera sono necessari fondi per un milione e 700mila euro. “Di questi, si legge nella delibera di giunta, un milione e 200mila arriveranno dalla Regione e i rimanenti 500mila attraverso un mutuo”.

Alla cassa depositi e prestiti, però, giunse, questa delibera, con uguali numero e data, 140 del 3 ottobre 2011, ma con la differenza sostanziale che si specificava che il Comune di Brolo avrebbe fatto fronte al milione e 700mila euro, necessari per realizzare il palasport, accendendo un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti. Delibera evidentemente modificata. Chi, e soprattutto perché lo abbia fatto è tutto da chiarire. E’ l’esempio più lampante di una vicenda dai contorni inquietanti che comprende anche il mutuo da 918mila euro per i lavori di miglioramento sismico della scuola elementare del centro, realizzati poi con i fondi della Protezione civile. “Ma – scrive il revisore dei Conti – del Mutuo contratto con la Cassa Depositi e Prestiti, all’Ufficio Ragioneria del Comune, non ci sono documenti utili a poter ricostruire la vicenda”.

E ieri sera, durante la seduta del consiglio comunale, convocata proprio per affrontare l’argomento dei mutui fantasma, si è affrontato l’aspetto politico della vicenda. Per cinque ore si è cercato di capire e trovare il bandolo di una matassa che è comunque rimasta ingarbugliata. Ieri sera, ha detto il primo cittadino di Brolo, “si è assistito ad uno scaricabarile collettivo tra la stessa amministrazione, il responsabile dell’ufficio ragioneria, Carmelo Arasi e l’architetto Mario Messina, responsabile nel 2011 del servizio lavori pubblici. Posso parlare solo degli atti approvati dalla mia giunta – ha detto Messina – e noi abbiamo esitato la richiesta di due mutui da 500 mila e da 140 mila euro. Come si sia giunti ad avere due mutui da un milione 700 mila euro e da 918 mila euro, non si è ancora capito”.

La magistratura è chiamata in fretta a fare chiarezza perché – hanno affermato invece i consiglieri di minoranza Scaffidi Lallaro e Ricciardello – bisogna ancora capire chi ha falsificato le delibere, come sia stato possibile far transitare quasi tre milioni dai conti del comune senza che l’amministrazione ne fosse a conoscenza e come sono stati spesi i soldi”.

Lo stesso gruppo di maggioranza ha dato sette giorni di tempo all’amministrazione per fornire l’elenco dettagliato dei pagamenti effettuati. La presa di posizione più forte è stata quella della presidente del consiglio, Maria Ricciardello. La Ricciardello ha chiesto le dimissioni del sindaco e ha anche votato l’ordine del giorno della minoranza con cui si ribadiva la necessità di avere chiarezza e si chiedeva al sindaco un gesto di responsabilità rimettendo il mandato.

Messina ha incassato il colpo e, rivolto al presidente, ha ricordato la lunga militanza amministrativa nella giunta Laccoto sin dal lontano 1997. “Eravamo insieme e le responsabilità politiche sono da condividere”. Una spaccatura profonda che potrebbe avere ripercussioni politiche nel futuro politico dell’amministrazione brolese.

Ad ogni modo, rimane ancora in piedi la questione dei mutui, di cui il sindaco sarebbe venuto a conoscenza solo dopo l’interrogazione della minoranza, anche se vi sarebbero agli atti, documenti della cassa depositi e prestiti relativi al mutuo sul palasport, indirizzato proprio al primo cittadino di Brolo. Da qualche mese, poi, è stato attivato un conto vincolato che sarebbe servito per reintegrare i fondi dei mutui impiegati per la spesa corrente, conto sui ci sarebbero un milione e 900mila euro. Ma anche qui, i conti non tornano: se il Comune piange miseria per la mancanza di trasferimenti, come è possibile che in pochi mesi siano giunti quasi due milioni? E chi e perché ha istituito il conto vincolato che, come ha affermato il revisore Tiziana Vinci, rappresenta una anomalia? Quello di ieri sera è stato un consiglio comunale che non è davvero riuscito a far chiarire le idee a nessuno. 

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