Tribunali, verso la chiusura

Prosegue l’iter del decreto del governo che prevede la chiusura di diversi tribunali e sedi distaccate in tutta Italia. Una riforma che entrerà in vigore domani e cambierà la geografia giudiziaria del paese. E mentre si fa strada l’ipotesi di accordo tra Regione e ministero della Giustiziai per salvare i tribunali dell’isola, nelle sezioni distaccate del tribunale di Catania c’è aria di smobilitazione. Sono sette le sedi destinate a chiudere domani: Acireale, Giarre, Mascalucia, Paternò, Adrano, Bronte e Belpasso.

Tutti questi centri vedranno i tribunali cancellati e accorpati alla sede centrale di Catania. I magistrati e il personale giudiziario impiegati nelle sezioni distaccate saranno trasferiti nel capoluogo etneo. Proteste sono state messe in atto in questi giorni in quasi tutti i centri, e non solo del catanese, per scongiurare quello che ormai sta per diventare lo stato delle cose.

A Paternò, nel catanese, una parte dei locali resteranno al servizio del tribunale, in attesa del trasferimento di tutti i mobili. L’archivio invece è stato già trasferito negli uffici del giudice di pace.

La stessa cosa ad Acireale dove una parte dei faldoni contenenti i fascicoli delle udienze è stata già inviata al tribunale di Catania. Stessa storia per Adrano e Belpasso, quest’ultima sede di pretura circondariale e del carcere mandamentale sin dal 1860.

Nel messinese le cose non vanno meglio. Chiuderanno i tribunali di Mistretta e Nicosia e diverse sedi distaccate fra cui quella di Sant’Agata di Militello che copre un vasto bacino di utenze dei Nebrodi. Il tribunale di Mistretta è presidiato da camion e auto, circondato dalle persone dei comitati per la salvaguardia dei palazzi di giustizia. la tensione è alta. I comitati stanno discutendo sulle decisioni da prendere e sulle forme di protesta da adottare.

 

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