Dopo l’ approvazione da parte della Giunta regionale guidata dal presidente Rosario Crocetta sull’abolizione delle Province, vediamo cosa cambierà.
Scompariranno le nove province siciliane. Palermo, Messina e Catania, le 3 città metropolitane, resteranno autonome. Saranno create delle associazioni di Comuni che abbiano un bacino di 150 mila abitanti che avranno competenze diverse dalle attuali Province, a partire da: promozione turistica, edilizia popolare, rifiuti e acque. Cesseranno di esistere anche gli Ato idrici e dei rifiuti.
Le strade passeranno al genio civile e le scuole ritorneranno a essere gestite dai Comuni.
I sindaci dei Comuni eleggeranno tra loro un presidente, mentre i consigli comunali eleggeranno il consiglio del consorzio, meno numeroso di quello attuale delle Province. Ristretto sarà anche il numero degli assessori.
I dubbi più grossi che accompagnano il testo della riforma che da domani sarà in discussione all’Assemblea regionale siciliana, riguardano il transito degli attuali dipendenti provinciali, la dismissione delle società partecipate e di altri enti collegati alle 9 province siciliane.
Maria Chiara Ferraù