Calogero Cipriano è stato confermato segretario generale della Fai Cisl di Messina dal V congresso provinciale della federazione agricola alimentare che si è tenuto al tempio di Giove a Patti, centro in provincia di Messina. Con Cipriano, confermata anche la segreteria uscente formata da Gaetano Merlino e Vincenzo Pulizzi.
I lavori del Congresso della Fai hanno puntato i fari sulla difficile situazione del settore forestale, agricolo, alimentare, zootecnica e della pesca nella provincia di Messina. Su questi punti si è soffermato Calogero Cipriano nella sua relazione parlando di una necessità di avere una visione strategica e dare priorità assoluta nei settori agro- zootecnico, alimentare e della pesca, ambientale e forestale per ripartire dal lavoro.
“Gli indicatori – ha esordito Cipriano – dicono che i settori dell’agricoltura e dell’agroalimentare sono in crescita però, in provincia di Messina qualcosa non torna: nel 2007 gli iscritti negli elenchi anagrafici erano 28.000, nel 2011 ne risultano 16.000, in cinque anni si sono quindi persi 12.000 posti di lavoro. Dobbiamo dire, per amor del vero, che esistevano anche i falsi braccianti, così come oggi credo che esista tanto lavoro nero, da noi più volte denunciato, tuttavia la nostra paura è che in provincia si scateni una guerra tra poveri perché il lavoro che le nostre campagne e la zootecnia riescono a offrire deve essere spartito tra chi accetta di essere sottopagato e chi invece intende portare a casa un salario più dignitoso. Assistiamo quindi ad aziende, che prima possedevano ettari di pianura coltivati a grano, a girasole o vigneti, e oggi li “convertano”, ad esempio in pannelli solari, certamente molto meno commestibili, meno belli sotto l’impatto visivo, che stanno causando il cosiddetto “inquinamento visivo”, ma che danno una certa tranquillità dal punto di vista del reddito”.
Dalle campagne alle aziende, la preoccupazione non diminuisce. Sono tante le vertenze che la Fai ha seguito negli ultimi anni.
“Il caso più emblematico – ha ricordato Cipriano – è Frigogel i cui dipendenti da due anni si trovano in mobilità ed, essendo l’impresa in regime di concordato, il TFR non è stato ancora loro versato. Ma c’è anche la vertenza ex Birra Messina dove un imprenditore, anzi un “prenditore”, nel 2007 ha rilevato dalla Heineken lo storico stabilimento e ingannando i lavoratori che ingenuamente si sono fidati e hanno creduto di avere davanti a loro una sorta di benefattore”.
Altro settore trainante per l’economia della nostra provincia era la pesca “che – ha detto Cipriano – rappresentava un bacino di reddito importante ma che negli anni è stato demolito. Bisogna ridare dignità al mare e ai nostri pescatori. Naturalmente l’Unione Europea in questo non ci aiuta per niente, forse perché anche noi siamo stati poco incisivi. Tuttavia non è più possibile che i nostri pescherecci a casa loro, nel loro mare, abbiano delle limitazioni sul pescato e nelle stesse acque altri pescherecci, per esempio quelli giapponesi, fanno quello che vogliono visto che per loro quelle regole non valgono”.
Ma è il settore forestale quello che ha più impegnato negli ultimi quattro anni la Fai messinese e siciliana. “Settore importante e vitale per questa terra – ha aggiunto il segretario della Fai Messina – Molto spesso ci si dimentica che la nostra provincia è a grave rischio di dissesto idrogeologico. Sciaguratamente lo ricordiamo soltanto quando accadono disgrazie come Giampilieri, S. Fratello, Saponara, Falcone, Barcellona o Lipari dove abbiamo registrato una grave perdita di territorio e purtroppo anche di vite umane. Dobbiamo pretendere una riforma che faccia dei forestali i guardiani del territorio perché sono certo che questi lavoratori sanno come proteggerlo. Altri soggetti che si occupano di questo settore e che sembrano doppioni, come la Protezione Civile, servono solo a confondere le competenze e a dissipare risorse finanziarie”.
Per far ciò ecco la proposta della Fai Cisl: “La Forestale, l’ESA i Consorzi e l’ARAS sono degli strumenti eccezionali per la salvaguardia del territorio: per bonificare, per prevenire il dissesto idrogeologico, per il convogliamento delle acque, per dare servizi veri che siano da supporto alla nostra agricoltura, ma siamo sicuri che non possano essere gestite autonomamente e non servono gli scienziati per capirlo. Bisognerebbe avere un’unica cabina di regia a livello regionale affinché la mano destra sappia cosa fa la mano sinistra e insieme siano i promotori di un vero sviluppo per la nostra agricoltura affinché diventi vero volano di crescita anche per i nostri prodotti che sono eccellenti e ci vengono invidiati da tutti ma che non sono inseriti in una filiera di valorizzazione: i nostri formaggi, il nostro olio, i nostri vini, i nostri salumi vanno valorizzati principalmente per la loro tipicità”.
“La Sicilia – ha detto il segretario nazionale Fai, Augusto Cianfoni – vive una estrema fragilità del territorio e l’abbiamo visto in tante occasioni. Abbiamo una grande forza e potenzialità: sono i lavoratori forestali, spesso denigrati, spesso non conosciuti nella loro importanza e professionalità. Vorremmo che questi lavoratori fossero utilizzati dalla Regione Sicilia secondo criteri di una vera impresa. Il sistema foreste, il sistema ambiente, il sistema delle colline possono diventare una grande ricchezza se la Sicilia realizzasse una impresa a rete con una cabina di regia regionale ma con terminali operativi in ogni provincia, utilizzando al meglio le potenzialità di enti che già esistono. Penso – ha continuato Cianfoni – ai consorzi di bonifica, spesso denigrati perché non conosciuti nel loro modo di gestire la manutenzione del territorio. Penso alle comunità montane dove esistono o alle Unioni dei comuni. Il lavoro in rete di tutti gli enti può costituire una spinta straordinaria, ma ci vuole una idea di sviluppo, ci vogliono certamente risorse, ma soprattutto una gestione imprenditoriale di queste attività”.
“Da anni, ai nostri governanti – ha aggiunto il segretario regionale Fai, Fabrizio Colonna – diciamo che l’impiego dei Forestali e il dissesto idrogeologico sono collegati ma sembra non si voglia mettere il territorio come priorità. Non sono interessati solo i lavoratori forestali, ma anche quelli dei consorzi di bonifica, quelli dell’Esa altamente specializzati. Il 70% del territorio siciliano è a rischio idrogeologico – ha ricordato Colonna – se il Governo regionale partisse da questo dato sarebbe costretto a mettere come priorità la forestazione, per dare un aiuto vero e reale al territorio e allo sviluppo della Sicilia. Il nostro progetto per i prossimi anni di lavoro guarda alla creazione di una cabina di regia che metta al centro le specificità del settore, per dare un impulso vero a questa terra. Per i forestali vogliamo una nuova legge di riordino del settore partendo dall’accordo del 2009 dei forestali e una maggiore garanzia verso i tutti lavoratori”.
“L’agricoltura, la pesca, la zootecnica – ha affermato il segretario generale della Cisl di Messina, Tonino Genovese – rappresentano settori di valorizzazione del territorio, possono rappresentare un vero volano di sviluppo. Di queste potenzialità bisogna essere consapevoli e conseguenti. La nostra provincia è diventata ormai un grande supermercato di beni e prodotti che non provengono dal nostro territorio. Non possiamo rivendicare norme di protezionismo ma certamente possiamo realizzare patti di consumo locale che portino all’accorciamento delle filiere. Il territorio è importante, deve diventare protagonista della nostra provincia e il settore agroalimentare può e deve tornare al centro del nostro futuro. Sul dissesto dobbiamo lavorare tutti insieme – ha concluso Genovese – perché non possiamo continuare a operare in emergenza, come oggi sta accadendo a Naso, ma attraverso azioni di prevenzioni che costano meno ed evitano drammi sociali”.