Milazzo (Me): sospeso il consiglio comunale

E’ stato sospeso il consiglio comunale di Milazzo, centro in provincia di Messina. L’assessore regionale alle Autonomie locali e della funzione pubblica ha contestualmente nominato il commissario straordinario, Valerio De Joannon, vice prefetto aggiunto di Messina. Sarà lui a doversi occupare della provvisoria gestione dell’ente in sostituzione del consiglio comunale, sospeso nelle more della definizione della procedura di applicazione della sanzione dello scioglimento.

Dopo che il Tar di Catania aveva bocciato la sospensiva al decreto di nomina del commissario Catalano, avanzata da dieci consiglieri comunali, il tribunale amministrativo regionale sempre di Catania si dovrà pronunciare su un’integrazione al precedente ricorso presentato sempre dagli stessi dieci consiglieri comunali, in attesa della camera di consiglio fissata per il 27 febbraio.

Con la nomina del commissario ad acta, a partire da oggi intanto il consiglio comunale di Milazzo viene sospeso, in attesa del successivo scioglimento.

I problemi non sono ristretti solo al comune di Milazzo, sono tanti i centri, piccoli e grandi, che presentano problemi e annaspano in forte difficoltà. Fra questi i comuni di Messina e Catania e tra i centri più piccoli anche Caltagirone e Bagheria, mentre Cefalù ha pendente un ricorso con il Tar.

Una situazione critica, come ribadito in questi giorni anche dall’associazione dei Comuni. Nel corso della riunione dell’Anci Sicilia a Villa Niscemi è emerso che negli ultimi due anni i tagli del Governo hanno ridotto le entrate del 40% e che le consistenti decurtazioni in materia di spending review avranno effetto pesantemente nel corso del 2013. Inoltre, la Sicilia è stata penalizzata dalla mancata applicazione della legge sul federalismo fiscale 42 del 2009. I Comuni siciliani risultano quelli più penalizzati dalla legge di devoluzione.

La sezione di Controllo della Corte dei Conti ha tracciato un primo bilancio dell’emergenza e lancia l’allarme in Sicilia. Tra le cause l’eccesso di debiti e le imposte non riscosse. Per l’associazione dei Comuni è “colpa dei tagli”, mentre la Regione chiede di evitare l’aumento delle tasse. In mezzo alla tempesta economica grandi città come Catania e Messina ma anche centri come Modica, Scicli, Ispica, Caccamo, Belmonte Mezzagno, Monreale, Scordia, Santa Venerina,Giarre, Santa Maria di Licodia, Avola e in provincia di Messina, oltre alla città capoluogo, anche Milazzo dove il dissesto è stato deliberato da un commissario inviato dal Prefetto e dove è stata avviata una sequela di ricorsi, e poi Scaletta Zanclea, Taormina e Tortorici, nel messinese, dove la Corte dei Conti ha già sancito con una prima delibera dalla Corte dei Conti la grave situazione contabile. L’amministrazione, lo scorso ottobre, ha approvato la delibera di predisse sto ed ha incassato la protesta dei dipendenti senza stipendi.

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