Barcellona Pozzo di Gotto (Me): nuovo omicidio in città

Ad un mese dall’omicidio di Giovanni Isgrò, ucciso la sera del primo dicembre all’uscita dal barbiere, le strade di Barcellona Pozzo di Gotto, centro in provincia di Messina, ritornano a macchiarsi di sangue. Ieri è stato assassinato Giovanni Perdichizzi, all’uscita del bar di Sant’Antonino. E ritorna la paura e il buio di venti anni fa.

Gli inquirenti propendono per la pista del regolamento dei conti interno alla famiglia mafiosa barcellonese che avrebbe punito chi non si sarebbe allineato ai nuovi assetti del clan. Perdichizzi, nell’ambito della malavita barcellonese, identificato come “u spinaciu”, era un freddo killer del gruppo armato di San Giovanni.

Il 41enne era stato arrestato l’ultima volta il 3 novembre del 2011, ritenuto mandante dell’atto intimidatorio ai danni di Giuliano Gentile, direttore commerciale della Csrs, azienda del gruppo dei supermercati Bonina, di cui lo stesso Perdichizzi era dipendente. Perdichizzi era già noto alle forze dell’ordine sin da giovane. Indagato per rapine e spaccio di stupefacenti. Nel 1994 era stato arrestato nell’ambito della maxi operazione “Mare nostrum” da cui fu poi prosciolto. Era stato anche implicato nelle operazioni Mustra e Gotha. Proprio quest’ultima operazione, nel 2011, aveva portato all’arresto del cugino, il boss Ottavio Imbesi. Subito dopo l’omicidio di ieri sera, il sindaco di Barcellona, Maria Teresa Collica, ha auspicato un segnale forte e tangibile della presenza dello Stato. “La legalità – ha dichiarato il primo cittadino – deve essere a Barcellona un punto di non ritorno, per questo lancio un appello agli organi di governo nazionale e regionale di immediata attenzione per questa città”. Di aumento del livello di guardia nei confronti dei fenomeni mafiosi ha parlato anche il senatore Domenico Nania. “Il secondo omicidio in trenta giorni – dichiara Nania – deve fare riflettere tutti sulla possibilità di una nuova guerra di mafia e sulla necessità di reazione da parte delle componenti delle società. Confidiamo nell’azione della magistratura e delle forze dell’ordine”.

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