Terme Vigliatore (Me): arrestati tre uomini di “Zanna”, i particolari

A pochi giorni dall’arresto dell’albanese Zanmir Dajcaj rintracciato a Terme Vigliatore perché dovrà scontare una condanna a 12 anni di reclusione per associazione mafiosa, i carabinieri della stazione messinese di Barcellona Pozzo di Gotto hanno arrestato tre uomini di “Zanna”.

Ieri mattina i militari dell’Arma hanno messo le manette ai polsi di altri tre pregiudicati e hanno denunciato a piede libero un minorenne per detenzione e porto illegale di arma e munizionamento, nonché ricettazione in concorso.

L’operazione arriva a pochi giorni dall’arresto dell’albanese ed è strettamente connessa proprio alla sua figura. Dopo l’arresto del 43enne albanese, ritenuto elemento di spicco dell’ala mazzarrota della famiglia mafiosa barcellonese e condannato nel processo scaturito dall’operazione Gotha-PozzoII, i carabinieri hanno monitorato quello che non era ritenuto solo il suo nascondiglio, ma anche un punto di ritrovo impiegato per la gestione di attività illecite.

Dopo vari giorni di monitoraggio, alle prime luci dell’alba di ieri i militari hanno notato la presenza dei quattro soggetti giunti a bordo di un autocarro che hanno tentato di interrare un voluminoso involucro in plastica contenente un fucile da caccia calibro 12 perfettamente funzionante e un ingente quantitativo di munizioni custodite in bocce di vetro opportunamente sigillate.

I successivi riscontri effettuati nell’immediatezza dai carabinieri, hanno permesso di accertare che il fucile era stato rubato in una casa a Barcellona Pozzo di Gotto lo scorso gennaio. L’arma è stata inviata al Ris di Messina per gli opportuni accertamenti balistici.

I carabiinieri hanno sequestrato tutta l’area coltivata ad agrumeto, circa 3.500 metri quadrati, recintata da alte palizzate e teli ombreggianti, oltre al fabbricato abusivo che era stato ricavato all’interno. Nei prossimi giorni saranno effettuate verifiche catastali finalizzate ad accertare la reale proprietà dei terreni utilizzati da Zanna per il “vivaio abusivo”.

A finire in manette sono stati: Giuseppe Trifirò, 20 anni; Tindaro Campanino, 26 anni e Bartolo Costantino, 31 anni. Gli arrestati sono stati condotti ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida degli arresti.

Maria Chiara Ferraù

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