Messina: sindaco De Luca assolto dalle accuse di associazione a delinquere

Il fatto non sussiste. Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, è stato assolto con questa motivazione da tutte le accuse di associazione a delinquere, falsi ideologici in atto pubblico e delitti tributari per la gestione del patronato Fenapi di primaria importanza nazionale.

De Luca venne arrestato due giorni dopo l’elezione a deputato regionale. Adesso annuncia azioni civili, penali e disciplinari nei confronti dei magistrati che hanno determinato lo scempio da cui è stato travolto con danni materiali, morali e politici.

Oggi è arrivata la sentenza del tribunale di Messina, presieduto dalla dottoressa Monforte, sul processo contro De Luca. Il processo era iniziato cinque anni fa. Venne accusato di associazione per delinquere, riciclaggio, frode fiscale, fatturazione per operazioni inesistenti, falso in bilancio in relazione alla gestione del patronato Fenapi, organizzazione primaria nel settore.

Oggi  è stato assolto da tutto perché il fatto non sussiste. De Luca ora annuncia, oltre a procedure per riparazione di ingiusta detenzione, che eserciterà azione per danni materiali e morali nei confronti di quei magistrati e per sporgere denunce per abuso di ufficio, falso ideologico in atti pubblici e calunnia contro gli stessi magistrati. Il tutto, insieme alla produzione di un dossier all’ispettorato del ministero della giustizia per l’esercizio delle azioni disciplinari nei confronti di pubblici ministeri e giudici che, in concorso tra loro, si sono resi responsabili di uno scempio che ha pochi precedenti.

Oltre a De Luca, sono stati assolti perché il fatto non sussiste, il presidente della Fenapi, Carmelo Satta; l’ex direttore Fenapi, Cateno De Luca,

L’assoluzione piena di tutti i coimputati perché il fatto non sussiste – afferano gli avvocati Covino e Mannuccia – permette di valutare con più serenità l’intera vicenda giudiziaria. Attendiamo le motivazioni, ma la sentenza del giudice monocratico ha affermato chiaramente che, non solo non sussiste alcuna ipotesi di falsa fatturazione ma, ancora più a monte, non sussiste alcuna forma di evasione fiscale da parte del CAF Fenapi di Satta (all’epoca rappresentante legale) e, più in generale, da parte dell’intera associazione Fenapi, che indirettamente era stata tirata dentro in questo processo.

Il giudice, dopo aver ascoltato durante le oltre 30 udienze più di 40 testimoni, ha potuto appurare la totale mancanza di illeciti tributari e l’assoluta insussistenza di qualsiasi ipotesi di reato fiscale in relazione e questa vicenda. “Con la sentenza di oggi – afferma il presidente Carmelo Satta – giustizia è fatta e si conferma la liceità dell’attività che abbiamo sempre portato avanti. Abbiamo sempre avuto fiducia che la giustizia avrebbe chiarito la vicenda e avrebbe fatto emergere l’inconsistenza delle accuse. Oggi – continua Satta – si chiude un capitolo triste per la Fenapi. Un grazie di cuore va a tutti i nostri associati, ai responsabili sindacali e a tutti i collaboratori che in questi anni ci hanno aiutato e spronato ad andare avanti, nonostante tutto quello che stava accadendo, rinnovandoci in più occasione la loro fiducia. Il mio pensiero – prosegue Satta – va oggi a tutti coloro che, loro malgrado, si sono ritrovati coinvolti in questa vicenda: Giuseppe Ciatto, Cristina e FLoretana Triolo, Nino Bartolotta, Francesco Vito, Carmelina Cassaniti e Fabio Nicita”.

La “Fenapi – ha concluso il presidente – è fatta di uomini e donne che lavorano duramente, nel pieno rispetto della legalità, siamo felici oggi di poter allontanare da noi definitivamente l’ombra di un’accusa, dimostratasi infondata, che rischiava di vanificare anni e anni di sacrifici”

Commenti
Caricamento...

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi