Capo d’Orlando: a San Gregorio confronti con i pescatori di ieri e di oggi

Il Borgo di San Gregorio è certamente uno dei tratti di costa più belli della Sicilia. Si trova a Capo d’Orlando, centro tirrenico del messinese. Fonti storiche ci dichiarano come questa località sia stata luogo di uomini e donne dedite al mondo della pesca.

Abbiamo voluto scoprire cos’era, cosa è e cosa ne sarà del borgo di San Gregorio. Ai nostri microfoni hanno parlato gli ultimi figli del borgo: Sarino Damiano, Vincenzo Salvo, Nino Santaromita, Matteo Glorioso e Alessandro Salvo ultimo pescatore rimasto.

Seppur in maniera breve, le loro testimonianze fanno riscoprire un mondo con specifiche usanze e tradizioni dove il ruolo della donna era indispensabile tanto quanto quello dell’uomo. Abitudini, manifattura, un mare che offriva un pescato che si è estinto, ma anche riti e tradizioni che regalano scorci di un passato in equilibrio con natura e uomo.

Tutta una serie di vicende hanno cambiato il volto di questa realtà, ma la mentalità rivoluzionaria dei pescatori del tempo ha dato vita, a partire dagli anni ’90, ad una battaglia contro la pesca illegale riconvertendo il loro lavoro in attività di ittiturismo.

Una scelta abbracciata poi da molte località delle coste italiane dove tutt’oggi continua a rimanere vivo il mondo dei pescatori. Il pescaturismo, infatti, è una forma di attività turistica integrativa alla pesca artigianale regolamentata in Italia dal decreto ministeriale 13 aprile 1999. Successivamente dal decreto legislativo 9 gennaio 2012. Queste regolamentazioni consentono di portare a bordo dell’imbarcazione da pesca turisti per mostrare attività di pesca professionale ed escursioni della costa.

La gente del Borgo aveva creato un museo dei pescatori chiuso alcuni anni fa in quanto il proprietario necessitava dei locali. Il Comune di Capo d’Orlando non ha mai dato la possibilità di riaprirlo. Per un breve periodola marina militare ha concesso i locali del faro.

Senza dubbio il museo rappresentava la storia e le tradizioni di un luogo particolare, gli antichi attrezzi custodivano i segreti di un lavoro faticoso, i documenti e le foto mostravano i ricordi delle famiglie povere di San Gregorio che vivevano solo di pesca. . Molti documenti raccontano l’emigrazione di molte famiglie verso l’Australia.

Ad oggi è superfluo immaginare possibili sviluppi del mondo della pesca, non vi sono più nuove generazioni disposte a continuare quest’attività. Sarebbe auspicabile operare per attività turistiche legate alla bellezza del borgo, all’ittiturismo, alla presenza del museo ed alle ricchezze gastronomiche legate a questi luoghi.

 

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