Comiso (Rg): presentato il libro “Le fiuredde”

C’è un fil rouge che collega il presente al passato. La storia. La storia dell’arte. Da sempre l’uomo ha sentito il bisogno fortissimo di comunicare attraverso le immagini, dalle pitture rupestri di Lascaux alla contemporaneità. Per restare come solchi ed incidere la vita, la fede, le passioni, l’esserci sempre e nonostante tutto. Arte nell’arte “Le Fiuredde”, titolo scelto da Saverio Ricordo e Alessandro Turtulici per ricostruire la storia della scultura e della pittura che si collegano indissolubilmente alla fede cattolica.

“Le Fiuredde” per chi non le conoscesse come tali sono le nicchie all’interno delle quali, nelle abitazioni, veniva dipinta principalmente su lastra o su intonaco, o anche scolpita su pietra, un’immagine Sacra.

Il libro di Ricordo-Turtulici, nelle cui pagine in carta ruvida, come a voler ricordare la pietra al tocco,  è stato presentato a Comiso, nel ragusano, presso l’Auditorium ‘Carlo Pace’. Erano presenti S.E. Mons. Giuseppe La Placa, vescovo della Diocesi di Ragusa, il sindaco di Comiso Maria Rita Schembari, Maria Stella Micieli, presidente Pro Loco Comiso, Tina Vittoria D’Amato, presidente club per l’Unesco di Comiso e il sovrintendente ai Beni Culturali della provincia dr Antonino De Marco. Relatori: Saverio Ricordo e Alessandro Turtulici, autori del libro. Moderatrice Laura Incremona, giornalista.

Nel testo “Le Fiuredde” la presentazione è a cura della prof.ssa Maria Rita Schembari, sindaco di Comiso, di S.E. il vescovo La Placa, del docente di ‘Archeologia Cristiana’ Mons. Salvatore Burrafato, dello sponsor “Agriplast” prof.ssa Pina Battaglia Cascone. Fotografie di Gaetano Spataro, progetto grafico di Saverio Ricordo, rilievi tecnico/conservativi di Saverio Ricordo. Patrocinio della Diocesi di Ragusa, dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Comiso, sponsor dell’Agriplast. Operaincerta Editore, Ragusa 2023.

Come si legge nel testo “Le edicole votive sono strumenti di comunicazione religiosa, poste sotto forma di architettura pittorica che possiamo trovare in molti punti della città e del territorio circostante, raccontano la storia della devozione popolare. Le edicole votive hanno origini antichissime, esse erano già presenti in epoca greca e poi romana. Con l’editto di Teodosio I, nel 397 d.C., questa pratica fu maggiormente sostenuta. In prosieguo di tempo furono sostituiti i temi di adorazione pagana con quella cristiana”.

L’arte dei “Pincisanti”, che in Sicilia si lega a quella della pittura del carretto siciliano aveva un tocco semplice e diretto tanto da favorire una nuova cultura iconico-religiosa, rivolta a solidificare il devozionismo. E’ nella “continuità sommersa” come la definisce Alessandro Turtulici, dott. in Storia dell’Arte e Beni Culturali, “alla scoperta delle Edicole Votive di Comiso, lasciandosi emozionare dal ritrovamento”.

Il percorso del libro segue di pari passo l’idea di Ricordo della “conoscenza come presupposto alla tutela”. E tra i vicoli del centro urbano e rurale cittadino, voltando lo sguardo, si possono scoprire tesori dal valore socio-artistico-culturale incommensurabile.

Un testo la cui ultima pagina non si chiude, ma resta aperta all’auspicio degli autori di un “piano di recupero conservativo ricadente su un possibile circuito storico-turistico e un piano di radicale salvaguardia mediante un completo distacco dal sito che le ospita”. Affinché la storia dei popoli sopravviva nel cuore e negli occhi delle generazioni future.

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