Catania: congresso nazionale dell’associazione dei centri anziani

“Basta discriminazioni ed esclusione economica”. È stato questo il tema del congresso nazionale dell’associazione dei centri anziani d’Italia. “Cosa significa essere anziani oggi, qual è l’impatto della longevità sulla vita individuale e collettiva e cosa possono fare le reti sociali per migliorare l’invecchiamento attivo e la qualità della vita delle persone.

Questi alcuni dei tanti temi al centro del congresso nazionale di Federcentri APS, svoltosi dal 28 al 30 aprile a Catania, con la partecipazione di rappresentanti dei centri sociali ed anziani di tutta Italia e di esponenti delle istituzioni. “Vogliamo contrastare tutti gli stereotipi e smontare la costruzione sociale che si è fatta della vecchiaia e dei vecchi – dichiara Elvira Raia, presidente nazionale Federcentri – avendo presente che questo secolo è il secolo degli anziani e che questa società è impreparata ad affrontarlo in termini innovativi, trasformando ciò che appare come un problema in una opportunità intergenerazionale. Ci auguriamo che si possa contare su servizi più vicini ai bisogni delle persone come l’abbattimento delle liste di attesa, aiuti ai caregiver e luoghi dedicati alla socialità e all’apprendimento permanente”.

L’evento ha visto la partecipazione di Marco Falcone, assessore per l’economia della regione siciliana; di Giovanni Burtone, componente della sesta commissione Salute, Servizi sociali e Sanitari dell’Assemblea regionale siciliana; di Cino Roccella, vice presidente CNA pensionati; Domenico Maugeri, past president SIGG Sicilia e direttore di geriatria dell’ospedale Cannizzaro di Catania; Eleonora Selvi, presidentessa della fondazione Longevitas e Dario Longhitano, esperto di start up e terzo settore. I lavori congressuali hanno visto la moderazione della giornalista, Simona Mazzone.

“Nel Mezzogiorno d’Italia il tasso di invecchiamento della popolazione cresce a ritmi molto rapidi, con un importante calo delle nascite ed un continuo spopolamento. Per questo il Sud deve avere una funzione di traino nelle politiche per l’invecchiamento – ha dichiarato Pina Jannello, presidentessa Federcentri Sicilia – dimostrando di saper investire di più nella prevenzione, nell’accesso alle cure, nella capillarità dell’assistenza territoriale per i cronici, ma anche nella valorizzazione dei luoghi di aggregazione. Oggi ad esempio in una città come Catania non esistono centri sociali per anziani, che hanno invece una funzione vitale per il superamento della solitudine degli Over 65. Per questo vogliamo lanciare un appello alle istituzioni affinché intervengano più incisivamente a supporto dell’inclusione sociale”.

“Un elemento che troppo spesso sottovalutiamo quando parliamo di ageismo è quello economico: tendiamo a percepire invecchiamento come un processo negativo – ha dichiarato Miriam Severini, vice presidentessa nazionale di Federcentri – soprattutto quando si associa a situazioni di disagio economico, sia perché chi ha meno denaro può permettersi meno prevenzione e accesso alle cure, sia perché una migliore qualità della vita in generale rende più agevole la prospettiva di un invecchiamento di successo. Anche per questo è indispensabile supportare economicamente le fasce più deboli della popolazione per garantire una longevità positiva per tutti.”

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