Bronte (Ct): all’ospedale mancano 26 medici

Sono 26 i medici che mancano all’ospedale di Bronte, nel catanese. Lo dichiara il sindaco, Pino Firrarello che ha cercato di dare un numero chiaro ad una carenza che non solo è causa di sospensioni o soppressioni di servizi, ma provoca disagio al personale che vi opera, rendendo difficile la copertura dei turni e di usufruire delle ferie con facilità.

“Ho cercato di capire – spiega Firrarello – quale è la reale carenza di medici nell’attuale pianta organica. Alla fine ho capito che mancano 26 medici, cui però bisogna aggiungere i 6 specialisti della psichiatria chiusa da tempo ed inspiegabilmente non riaperta. Per un piccolo ospedale come quello di Bronte è una enormità.

Il quadro in ogni reparto è sconfortante. Nel pronto soccorso mancano 6 medici, in anestesia altri 2 ed altrettanti in pediatria. L’ortopedia, un tempo fiore all’occhiello, è il reparto con la maggiore carenza con la mancanza di ben 7 medici. L’elenco non è finito. Manca un medico nel servizio di cardiologia, 3 in ostetricia, 3 nella lungodegenza e, infine, altri 3 medici mancano in medicina.

“Continuando così – spiega Firrarello – l’ospedale soffocherà. I motivi di questa carenza di specialisti sono diversi. Per noi non è più accettabile che negli ospedali cittadini le piante organiche siano in esubero a fronte dei numeri che ho citato a Bronte, come non è più accettabile che nelle facoltà di medicina si continui a mantenere il numero chiuso perché non solo alla fine poi mancano i medici da impiegare negli ospedali di periferia, ma si impedisce ai giovani di intraprendere la carriera che preferiscono”.

Nell’ospedale di Bronte non si soffre soltanto per la mancanza di medici. Anche fra il personale infermieristico e fra gli operatori socio sanitari si registrano defezioni. “Esatto – conclude Firrarello – ma nonostante ciò, spesso accade che già i pochi medici di Bronte vengono dirottati a coprire turni in altri ospedali. Non possiamo continuare così. Essendo la mia formazione protesa al dialogo, rifiuto l’idea di ricorrere alla magistratura. Certe volte però ho l’impressione che sia l’unica strada possibile per farci sentire”.

Non usa mezzi termini nemmeno Enza Meli, brontese e segretaria generale della Uil di Catania. “Lap olitica faccia appello al proprio orgoglio ed affronti un problema che non è più rinviabile – afferma – Qui non ci sono solo in ballo i turni spesso stressanti per imedici che operano in un ospedale come quello di Bronte, tema comunque per noi importantissimo. È in ballo l’efficienza dei servizi e di conseguenza il diritto alla salute dei cittadini. È la politica che deve risolvere il problema. L’ospedale di Bronte è una risorsa per tutto il territorio, non solo per questa città. Lo abbiamo difeso in questi anni dai tanti, troppi tentativi di smantellamento della struttura. Sempre più evidenti le carenze di personale infermieristico e di medici.

Lo diciamo per Bronte, come in tutto il resto della provincia di Catania e della Sicilia: politici e burocratici sbagliano a preoccuparsi solo di edifici, quando lo fanno e non di personale. Gli scatoloni vuoti non servono a nessuno, anzi sono una minaccia per la salute delle persone”.

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