Sicilia: le patate dei Nebrodi sono un nuovo presidio Slow Food

Le patate di montagna dei Nebrodi sono un nuovo presidio Slow Foodg. Sale a sei così il numero dei presìdi che arrivano dai Nebrodi, dopo la pasta reale di Tortorici, i fagioli di Carrazzo, la provola, l’oliva minuta e il suino nero. (in copertina una foto di Oliver Migliore)

“I Nebrodi – commenta Stefano Lembo, referente dei 12 produttori aderenti al presidio – sono il polmone verde della Sicilia, oltre che un luogo incredibile. Dall’altipiano, guardando verso nord scorgiamo le isole Eolie e girandoci dall’altra parte troviamo l’Etna. E sono soprattutto un luogo di grande biodiversit. Di recente abbiamo trovato un documento dei primi del Novecento in cui si legge che già allora a Ucria (uno dei tre comuni coinvolti dal presidio insieme a Floresta e Raccuja) si coltivavano grano, legumi, patate e nocciole. Questi terreni, insomma, sono vocati all’agricoltura. Leggerlo in un documento storico avvalora il nostro impegno quotidiano”.

Sono tre le tipologie di patate dei NEbrodi tutelate dal nuovo presidio: una è a pasta gialla con buccia rossa, un’altra a pasta gialla con buccia gialla e la terza il cosiddetto “biancone”, con pasta e buccia completamente bianche. Si tratta di tre ecotipi locali frutto di una costante selezione dei contadini, che fin dall’Ottocento li hanno conservati e trasmessi di generazione in generazione.

“Fino a una trentina di anni fa erano molto diffuse – prosegue Lembo – mentre negli ultimi decenni sono state conservate soprattutto negli orti familiari e nelle piccole aziende agricole. Chi ancora oggi lavora questi terreni ricorda bene quando, da bambini, le si raccoglieva insieme ai nonni: da piccoli, andare in campagna rappresenta un vero momento di festa. E mi piace pensare che anche i nostri figli ricorderanno per tutta la vita le loro prime raccolte”.

Le patate dei Nebrodi si seminano a maggio e hanno un ciclo vegetativo di un centinaio di giorni: vengono quindi raccolte a fine estate, quando lasciano posto nel terreno ad altre colture. “La rotazione è uno degli aspetti più affascinanti – aggiunge Lembo, referente dei produttori non solo del presidio delle patate di montagna, ma anche di quello che tutela i fagioli di carrazzo dei Nebrodi – da sempre qua funziona così: il primo anno si seminano grano e legumi, l’anno successivo mais e patate. Il momento della raccolta delle patate, che va da fine agosto a fine settembre. Un periodo in cui, altrove ,le patate fresche non esistono. Con il presidio intendiamo far capire alle persone che qua, in un territorio ancora pressoché vergine, abbiamo prodotti della terra eccezionali”. I Nebrodi sono uno scrigno di biodiversità: lo testimoniano i sei presìdi slow food.

“Il riconoscimento ottenuto dalle patate di montagna dei Nebrodi dà il giusto risalto ad un prodotto che è un vero presidio per una terra che soffre lo spopolamento – dice Giuseppe Mormino, referente slow food del presidio e membro della comunità slow food terra madre Nebrodi per la biodiversità del territorio – questi ecotipi crescono tra i 700 e i 1.300 metri di altitudine, terre non facili, dalle quali molti giovani preferiscono partire per trovare lavoro nelle zone di marina. In questo modo, però, rischiano di scomparire non solo le patate, ma un’intera cultura che da sempre si basa su agricoltura e allevamento. Se valorizzate, le patate possono essere uno strumento per frenare l’abbandono della montagna”.

In cucina la patata con la buccia rosa, dalle dimensioni più piccole e buona consistenza, si presta ad essere fritta, cotta al forno e in padella. La patata con la buccia gialla, più morbida e dal sapore più delicato, è ideale per arricchire minestroni, zuppe e frittate. Il biancone, la varietà più rara, ha dimensioni grandi e una consistenza poco compatta. Si conserva meno delle altre e si usa per lo più in minestroni e zuppe.

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