Sicilia: giorni di fuoco, distrutti la riserva dello Zingaro e il bosco della Moarda

È ancora attivo l’incendio divampato intorno alle 21.00 di sabato ad Altofonte, alle porte di Palermo. Un rogo che ha costretto circa 400 persone a lasciare le proprie case per precauzione. L’incendio ha accerchiato il paese provocando danni ad abitazioni e distruggendo il bosco della MOarda proseguendo poi verso portella della Ginestra e piana degli Albanesi.

Vigili del fuoco e uomini della forestale sono ancora impegnati nelle operazioni di spegnimento dell’incendio.

Fuochi ieri nel palermitano anche a Termini Imerese, Buonfornello, Aliminusa e Bolognetta. Il vento di scirocco ha smesso di soffiare con tanta intensità e questo ha reso più agevole l’intervento delle squadre antincendio. Al momento nessuno dei roghi interesserebbe o minaccerebbe abitazioni.

Oggi la giunta regionale dovrebbe riunirsi per chiedere lo stato di calamità. Tutti i roghi, secondo gli accertamenti dei vigili del fuoco, sono di natura dolosa. I piromani non solo hanno rovinato un importante patrimonio boschivo che serviva  a tutti, ma anche messo a rischio la vita di tante persone e hanno distrutto diverse abitazioni.

Anche nel trapanese si fa la conta dei danni, soprattutto nella riserva naturale dello Zingaro, distrutta ieri da un incendi oche è avanzato da Macari, nel comune di San Vito Lo Capo. Lo Zingaro aveva subito considerevoli danni già nel 2012 a causa di un incendio altrettanto devastante.

“La mano criminale – ha dichiarato il sindaco di San Vito Lo Capo, Giuseppe Peraino – ha agito ancora una volta sul nostro territorio che è stato letteralmente assediato dal fuoco. Le fiamme per due giorni hanno devastato ettari di montagna, di macchia mediterranea e di alberi, arrivando ad intaccare anche alcune abitazioni. L’unica cosa che mi conforta è che non ci sono stati danni alle persone, ma dal punto di vista ambientale, e per certi versi anche economico, il territorio è stato devastato. Un’altra ferita è la riserva dello zingaro che risulta totalmente bruciata, ad eccezione di un piccolo spicchio dal lato di Castellammare del Golfo. È stato un fronte di fuoco troppo grande – prosegue il primo cittadino – fatto in maniera scientifica per far sì che il vento si estendesse il più possibile.”

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