Ragusa: coltivava pomodori con seme brevettato, condannata azienda agricola

 

Coltivava piante di pomodoro coperte da brevetto. Per questo un’azienda agricola del ragusano è stata condannata ad un anno di carcere e 15 mila euro di multa per il titolare della Dezio di Vittoria.

Inoltre la Dezio dovrà pagare 70 mila euro di risarcimento alle parti civili. Questa è la prima delle sentenze penali in tutta Italia sulle nuove varietà vegetali protette e crea un precedente nel mercato dei semi.

IL tribunale di Ragusa ha condannato Salvatore Dezio, titolare dell’omonima azienda agricola di Vittoria. Qui sono state trovate quattro serre coltivate con una varietà vegetale protetta, senza le necessarie autorizzazioni previste.

Si tratta della prima sentenza del genere. Il processo è scaturito da una denuncia presentata dall’AIB, anti infringement Bureau for intellectual porperty rights in plant material, un’associazione internazionale di diritto belga che ha come obiettivo la lotta alla contraffazione delle sementi.

Nel corso delle indagini sono state effettuate analisi del dna sulle coltivazioni della società DEzio che hanno confermato la presenza nelle serre della varietà protetta da brevetto. Ad accertare il reato è stata la guardia di finanza di Ragusa. L’azienda non era in possesso di fatture d’acquisto di piantine di varietà protetta o di altri documenti che provassero la legittima provenienza dei semi utilizzati.

“Siamo molto soddisfatti della sentenza – spiega Casper van Kempen, amministratore delegato di AIB – le aziende produttrici di ortaggi investono in media tra il 20 e il 25 per cento delle vendite nette ogni anno in ricerca e sviluppo per poter produrre varietà migliorate. È importante per la sostenibilità del settore ortofrutticolo che tali aziende ricevano compensi per il loro lavoro in modo che possano continuare i loro sforzi innovativi a vantaggio di coltivatori, rivenditori e consumatori.

Questo verdetto, inoltre – prosegue – è importante perché ponte tutti i coltivatori nelle medesime condizioni, prevenendo una concorrenza sleale tra di loro”.

 

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