Palermo e il ricordo del Caravaggio rubato

A Palermo sette straordinari capolavori saranno accolti a palazzo Abatellis, otto con la Natività del Caravaggio, rubata da tempo immemore nel capoluogo siciliano. Purtroppo i quadri non saranno in tela e cornice, ma rivivranno attraverso le tecnologie all’avanguardia di Factum Arte. I sette capolavori sono stati infatti distrutti, dispersi, rubati o bruciati e quindi non più fruibili.

La natività del Caravaggio era stata rubata dall’oratorio di San Lorenzo una notte di 50 anni fa. Proprio in occasione dell’anniversario del furto, nell’ambito delle manifestazioni di Caravaggio50 organizzate dagli Amici dei musei siciliani, una mostra racchiude in un unico museo, sette riproduzioni digitali di altrettanti capolavori inestimabili di cui si sono perse le tracce e su cui Sky Arte ha prodotto diversi documentari.

Van Gogh, Vermeer, Monet, Sutherland, Klimt, Marc e de Lempicka – perduti per sempre – ritornano alla luce grazie alle più moderne tecnologie. Il lavoro di ri-materializzazione è firmato dal team di storici, artisti, restauratori ed esperti di software 3D di Factum Arte.

A palazzo Abatellis ci sarà anche il presidente della regione siciliana Nello Musumeci; il direttore di Sky Arte, Robert oPisoni; Adam Lowe di Factum Arte; il direttore dell’Abatellis, Evelina De Castro e Bernardo Tortorici di Raffadali, presidente degli Amici dei musei siciliani.

La mostra a palazzo Abatellis è promossa dall’assessorato regionale ai beni culturali e identità siciliana e dalla galleria regionale della Sicilia, Palazzo Abatellis.

E a 50 anni dalla scomparsa della natività del Caravaggio, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, lancia un appello al governo affinché vengano tutelate le migliaia di opere d’arte in chiese, cappelle, oratori disseminati su tutta l’Italia.

“Non si deve ripetere un furto come quello del Caravaggio – dice il sindaco Leoluca Orlando – a Palermo dieci giorni di manifestazioni, convegni, mostre e proiezioni. Per la prima volta sarà proiettata l’intervista a monsignor Rocco, parroco dell’oratorio che quasi vent’anni fa accusò la mafia di aver commissionato il furto, ma che non fu mai ascoltato”.

In una notte di 50 anni fa, tra il 12 e il 17 ottobre, due balordi, in una notte di pioggia, rubarono la Natività con i Santi Francesco e Lorenzo, l’unico dipinto autografo eseguito da Caravaggio per Palermo.

I due hanno forzato l’ingresso, hanno rimosso la Natività del Caravaggio dall’altare, asportando la tela dal telaio con una lametta, poi hanno arrotolato la tela e l’hanno portata via. Il furto viene reso semplice dalla mancanza dell’allarme nell’oratorio di San Lorenzo. Del furto, infatti, se ne renderanno conto soltanto due custodi il 18 mattina. Da quel momento è iniziata la storia del Caravaggio rubato, una delle opere più ricercate al mondo, la tela di cui parlano i pentiti su cui indagò anche il giudice Falcone. Sul furto si susseguono le ipotesi più surreali e più veritiere. L’unica verità è che non esiste ad oggi una verità sul Caravaggio a distanza di 50 anni esatti.

Per tenere viva l’attenzione sul furto e dare impulso alle indagini, nel 2017 la commissione antimafia, guidata dall’onorevole Rosi Bindi, ha riaperto il fascicolo, acquisendo le nuove dichiarazioni di Mannoia e di Grado ed è arrivata alla conclusione che il quadro sia ancora esistente, gli amici dei musei Siciliani, presieduti da Bernardo Tortorici di Raffadali, hanno ideato un programma che andrà dal 10 al 20 ottobre.

“Organizziamo questo programma di eventi per tenere sempre accesa la luce sulle indagini sulla scomparsa del Caravaggio – spiega Bernardo Tortorici -; per affiancare le istituzioni nella campagna di messa in sicurezza del patrimonio italiano, che è condivisa dalla Federazione italiana degli Amici dei musei. E infine, per porre l’attenzione sull’uso delle nuove tecnologie per la ri-materializzazione delle opere d’arte definitivamente scomparse”.

Caravaggio50 ha molte anime: si parlerà della Natività analizzandola dal punto di vista scientifico, si farà il punto sulle indagini, verranno proposte mostre a corredo, proiezioni, documentari.  Il 15 ottobre, al teatro Biondo, sarà proiettata la (già) famosa intervista rilasciata nel 2001 al regista Massimo D’Anolfi da monsignor Rocco, il parroco dell’Oratorio di San Lorenzo (scomparso nel 2003). Un video rimasto per anni nei cassetti che il regista sta montando proprio in queste ore e che sarà mostrato in assoluta anteprima; un vero atto d’accusa – a distanza di quasi diciotto anni – del custode dell’Oratorio, lanciato subito dopo il furto ma restato inascoltato. Monsignor Rocco accusa il boss Gaetano Badalamenti raccontando di aver avuto offerta, ricevendo un brandello della tela come prova, la possibilità di una trattativa. Alla proiezione sono stati invitati il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e l’onorevole Rosi Bindi.

Al fitto programma di manifestazioni di Caravaggio50 interverranno ospiti, critici d’arte, curatori scientifici, politici, Forze dell’Ordine. Da Palermo giunge quindi un appello nazionale per la tutela del patrimonio, contro ogni furto, offesa, ferita, a salvaguardia dell’opera d’arte, di qualunque genere, periodo, linguaggio essa sia.

In questo ambito acquista una particolare importanza il lavoro di ri-materializzazione di grandi capolavori dispersi (distrutti, rubati, bruciati, comunque perduti), firmato da Factum Arte, fondata da Adam Lowe, che ha già realizzato la Natività in 3D che due anni fa, alla presenza del presidente Mattarella, è stata sistemata al posto della tela rubata, all’Oratorio di San Lorenzo. Altre sette “ri-materializzazioni” formano una mostra unica nel suo genere, “Il ritorno dei capolavori perduti” che sarà inaugurata giovedì 10 ottobre al Museo Abatellis, dove resterà fino all’ 8 dicembre, prima di iniziare il suo viaggio in giro per il mondo. La mostra, a cura degli Amici dei Musei Siciliani in collaborazione con SkyArte e Factum Arte, è promossa dall’Assessorato regionale ai Beni Culturali e da Palazzo Abatellis. Fa parte del programma de Le Vie dei Tesori e si visiterà con il coupon del festival. Tra i 160 luoghi aperti per cinque weekend, fino al 3 novembre, Le Vie dei Tesori propone la visita guidata e narrata dell’Oratorio di San Lorenzo.

Caravaggio 50 prevede per giovedì 10 ottobre alle 18.00 l’inaugurazione della mostra a palazzo Abatellis. Lunedì 14 ottobre, alle 18.30, invece, all’oratorio di San Lorenzo è in programma un convegno scientifico sulla Natività con i Santi Lorenzo e Francesco di Michelangelo Merisi da Caravaggio a cui interverranno il responsabile dei beni architettonici della Diocesi, padre Giuseppe Bucaro, gli storici e studiosi Francesca Curti, Michele Cuppone, Giovanni Mendola, Maurizio Vitella.

Martedì 15 ottobre, invece, alle 21.00 il teatro Biondo ospiterà la video proiezione “La verità di Monsignor Rocco” a cui sono stati invitati il ministro dei beni culturali Dario Franceschini e l’onorevole Rosi Bindi.

Il 16 ottobre, invece, alle 18.30, nelle stanze che cinquant’anni fa erano abitate dalle sorelle Gelfo, custodi dell’oratorio di San Lorenzo, che scoprirono il furto della tela del Caravaggio, sarà allestita la mostra Next-le altre natività. Il progetto degli Amici dei Musei Siciliani, partito nel 2010, tende a non “metabolizzare il lutto” ma a tenerlo sempre vivo e presente. Per questo motivo ogni anno è stato invitato (o sfidato) un artista ad elaborare una nuova, originale versione della “Natività”, a colloquio con lo spazio vuoto. L’opera viene inaugurata la notte di Natale e resta esposta fino al 17 ottobre (data ipotetica del furto) dell’anno successivo. Delle nove Natività finora realizzate, otto saranno esposte – firmate da Laboratorio Saccardi, Francesco De Grandi, Adalberto Abbate, Fulvio Di Piazza, Igor Scalisi Palminteri, Daniele Franzela, Alessandro Bazan, Francesco Simeti, ognuno con il suo linguaggio – e si uniscono come capitoli di un’unica mostra da sfogliare. Manca l’opera di Studio Azzurro (2012/2013) che era un universo informatico in cui immergersi.

E, ancora, il 17 ottobre alle 21.15 all’oratorio di San Lorenzo, si terrà la narrazione e cuntu de “il furto del Caravaggio raccontato” in uno spettacolo di Salvo Piparo. Il 18 ottobre il centro sperimentale di cinematografia, ai cantieri culturali della Zisa, ospiterà una maratona dedicata alla natività. Dalle 18.00 verranno proiettati “C’era una volta un Caravaggio”, documentari odi Rai Educational; “Operazione Caravaggio”, capitolo della serie “il mistero dei capolavori perduti” prodotta da Sky arts production hub diretta da Giovanni Troilo e co-prodotta da Ballandi arts.

Caravaggio, il boss e il mercante svizzero” realizzata per “Falò”, programma di approfondimento della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI), da Maria Roselli e Marco Tagliabue che approfondiscono l’ipotesi sul ruolo di un misterioso personaggio, un mercante d’arte che potrebbe essere stato in affari con il boss Badalamenti. L’uomo, morto già da molti anni, è stato identificato dagli inquirenti ma la sua identità è top secret. La serata si chiude alle 21 con l’ultimo film di Roberto Andò, “Una storia senza nome” sul furto del Caravaggio.

Il 19 ottobre alle 19.00, inoltre, si ritorna a San Lorenzo, per “storie da un oratorio”, narrazione per pupi e voci con testo di Carmela Catalano. In scena i pupi di Salvatore, Francesco e Luciano Bumbello, Luciano Guardino a cui Sandro Dieli darà voce per raccontare più di 400 anni di storia. Ad organizzare la manifestazione è il museo delle marionette Antonio Pasqualino.

Caravaggio50 si chiuderà il 20 ottobre alle 19 all’Oratorio San Lorenzo con “In memoria di un Caravaggio rubato” , concerto per violoncello solo di Silvia Gira, musiche di Giovanni Sollima.

Sono tante le tesi dei pentiti che si sommano le une sulle altre per il furto del Caravaggio a Palermo. Marino Mannoia nell’ ‘89 e poi nel ‘96 dichiara al giudice Falcone che la tela è  stata rubata su commissione ma quando l’acquirente la vide, la rifiutò perché ridotta in pessime condizioni: ritratterà dopo trent’anni, offrendo un’altra verità; Gerlando Alberti prova a venderla, non ci riesce, la seppellisce con un tesoro di dollari; Brusca ne patteggia la restituzione con lo Stato in cambio di un ammorbidimento del 41 bis. Spatuzza racconta che era stata conservata in una stalla e che sarebbe stata mangiata dai topi e dai maiali. Chi racconta che la tela avrebbe “benedetto” i summit di mafia, chi che fosse usata dai boss come scendiletto. Un’infinità di storie, storiacce, millanterie, piste, ipotesi investigative, riscontri, verifiche,  che finiscono nel nulla. Nel 2017 la Commissione antimafia, guidata dall’onorevole Rosi Bindi, riapre il fascicolo ed acquisendo le nuove dichiarazioni di Mannoia e di Grado, arriva alla conclusione che il quadro sia ancora esistente, passato dalle mani del boss Gaetano Badalamenti e,  tagliato in diversi pezzi, sia finito in Svizzera.

 

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