Tortorici (Me): estorsione ad imprenditori, arrestati Antonino e Sebastiano Bontempo Scavo

i particolari dell'operazione dei carabinieri

Prima hanno chiesto un lavoro, poi hanno iniziato a portare via la merce senza pagare e infine hanno chiesto un’ingente somma di denaro. Questa mattina padre e figlio di Tortorici, Antonino e Sebastiano Bontempo Scavo, rispettivamente 52 e 25 anni, sono stati arrestati dai carabinieri ad Augusta dove si trovavano per il pascolo estivo. Gli allevatori di Tortorici e del territorio nebroideo, infatti, nella stagione estiva sono soliti portare gli animali al pascolo nella zona del siracusano.

Vittime dei due estortori sono stati due imprenditori di Castell’Umberto operanti nel settore dell’agricoltura biologica e dei mangimi e che qualche tempo fa avevano aperto un punto vendita anche nel comune di Mirto.

I due oricensi, ritenuti elementi di spicco della famiglia mafiosa dei tortoriciani capeggiata dai Bontempo Scavo, dovranno ora rispondere di tentata estorsione in concorso tra loro, aggravata dal metodo mafioso.

Il provvedimento restrittivo, emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Messina che ha accolto la richiesta della direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo, arriva a seguito di una delicata indagine avviata a gennaio del 2016.

I carabinieri, attraverso una meticolosa raccolta di informazioni, supportata da un’intensa attività tecnica di intercettazione, sono riusciti a risalire all’identità dei due estorsori. Diverse volte padre e figlio avevano minacciato e posto in essere atti intimidatori nei confronti dei due fratelli di Castell’Umberto, operanti nel settore dell’agricoltura biologica e del commercio di mangimi e cereali.

L’inchiesta svolta dai militari dell’Arma ha permesso di documentare come i Bontempo Scavo, sostenuti dalla loro riconosciuta appartenenza alla storica famiglia mafiosa di Tortorici, quali esponenti di vertice, tentavano di estorcere un’ingente quantità di denaro agli imprenditori umbertini.

I due commercianti avevano da poco aperto un nuovo punto vendita  nel territorio di Mirto quando Antonino Bontempo Scavo si è presentato in negozio cercando di imporre l’assunzione del figlio Sebastiano in una delle loro imprese e in cambio gli imprenditori sarebbero stati lasciati in pace.

A distanza di qualche tempo il giovane Sebastiano Bontempo Scavo era ritornato nel locale, esigendo dai commercianti un cospicuo “regalo”. Frattanto, però, i due in diverse occasioni avevano prelevato della merce dall’attività commerciale, ovviamente senza pagare il corrispettivo.

Antonino Bontempo Scavo è un nome noto alle forze dell’ordine e nel suo curriculum c’è anche la condanna nell’ambito del processo scaturito dall’operazione antimafia Mare Nostrum. Antonino Bontempo Scavo era stato condannato dalla corte d’assise d’appello di Messina a 13 anni e 6 mesi di reclusione per associazione di tipo mafioso e altro. Era un elemento di spicco della cosca mafiosa tortoriciana facente capo al boss Cesare Bontempo Scavo che si trova attualmente in carcere per scontare una condanna all’ergastolo.

Inoltre, Antonino Bontempo Scavo era rimasto coinvolto in passato in un agguato mafioso nel territorio di Mirto. Nell’occasione venne attinto mortalmente un sodale del gruppo criminale. All’epoca l’arrestato e la vittima erano dediti ad attività di usura ed estorsione nel territorio dei Nebrodi.

Il provvedimento che ieri ha raggiunto padre e figlio di Tortorici, si inserisce nell’azione più ampia di contrasto alle estorsioni e all’usura ai danni di imprenditori dell’area nebroidea.

 

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