Catania: aggressione ai lavoratori. Fsi-Usae, “Finalmente!”

“Non si può rischiare di morire sul posto di lavoro. Grande dispiego di forze dell’ordine, Polizia, Vigili, Carabinieri e Guardia di Finanza setacciano città e quartieri ma andava fatto prima”.

E’ quanto dichiara Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti aderente alla Confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei, sindacato maggiormente rappresentativo firmatario del Ccnl sanità e presente in tutti i comparti lavorativi, del pubblico impiego e del privato.

Questa organizzazione sindacale da 5 anni chiede più sicurezza per evitare questo aumento di aggressioni nei pronto soccorso e anche nei reparti degli ospedali, così come in altri settori, da ultimo le aggressioni agli autisti degli autobus Amt e addirittura anche alle forze dell’ordine. Dove vogliamo arrivare? Stiamo parlando di persone che fanno il loro dovere per assicurare servizi pubblici ai cittadini nonostante le chiare ed evidenti carenze strutturali, organizzative e di organico”.

Anche nelle forze dell’ordine le carenze di personale si riscontrano da anni. “Avevamo incontrato il Questore Cardona prima, Gualtieri dopo. Tante le denunce alle Prefetture e alle 9 Procure siciliane per l’innalzamento del livello di violenza nelle città siciliane, nessuna esclusa, in tutte abbiamo riscontrato aggressioni a infermieri, medici negli ospedali, agli impiegati dei Comuni e delle poste. Inascoltate anche dal governo e precisamente dai Ministri della Salute Lorenzin e dell’Interno Alfano, e Minniti a seguire, le due interrogazioni parlamentari promosse dalla Fsi-Usae e presentate al Senato dai senatori Scavone e Compagnoni”.

La verità è che anche se la prima causa dell’imbarbarimento della popolazione deriva da un fattore culturale, arroganza e prepotenza, lo Stato centrale, nonostante il massimo impegno degli suoi dipendenti, ha dimostrato di aver lasciato soli i cittadini, favorendo la diffusione dell’idea che l’illecito rimane impunito; l’Italia è un popolo di impuniti. Non Ci si può svegliare solo quando avvengono le tragedie”, conclude il sindacato. 

 

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