Patti (Me): denunciati 191 falsi braccianti agricoli sui Nebrodi

Truffa ai danni dell’inps per oltre 400 mila euro. 191 falsi braccianti agricoli denunciati e terreni sequestrati per oltre 300 mila euro. Sono i dati di un’operazione condotta dalla guardia di finanza di Patti (Me) nel comprensorio nebroideo.

Dopo nove mesi di indagini i finanzieri sono riusciti a smascherare, in due distinte operazioni, un’ingente truffa per oltre 400 mila euro ai danni dell’Inps, scoprendo falsi braccianti agricoli e individuando ben 26 mila giornate lavorative fittizie.

Inoltre, in seguito ad un provvedimento emesso dal gip di Messina, Monia De Francesco su richiesta del sostituto procuratore Roberta La Speme della procura di Messina, sono stati sequestrati 30 ettari di terreni tra Sant’Angelo di Brolo e Librizzi per un valore di 300 mila euro.

La prima indagine era stata avviata con l’obiettivo di accertare l’effettiva esistenza e la reale operatività di un’azienda agricola nel settore della coltura di frutta a guscio ed olivicolo operante nei comuni di Ficarra, Gioiosa Marea, Librizzi e Sant’Angelo di Brolo.

Dopo una serie di minuziosi riscontri, sono stati acquisiti molteplici grazi indizi idonei a dimostrare la fittizietà dei numerosi rapporti di lavoro instaurati tra il titolare dell’azienda e ben 100 braccianti agricoli dipendenti. È emerso, inoltre, che undici di loro erano stati assunti in un periodo differente, anche da un’altra azienda agricola della stessa zona e dello stesso settore. Gli accertamenti sono stati estesi anche a questa seconda ditta individuale dove sono stati individuati gli altri 91 laboratori agricoli assunti illecitamente.

In pratica i rapporti di lavoro venivano concretizzati soltanto sulla carta e non si realizzavano mai o solo in parte rispetto alle giornate lavorative dichiarate. La truffa consisteva nel costituire aziende senza alcuna struttura organizzativa, né capacità economiche tali da giustificare l’assunzione di numeri così elevati di dipendenti, presentando all’Inps denunce aziendali con dati non veritieri come la disponibilità di terreni superiori a quella effettiva.

Le indagini hanno preso in esame gli anni 2013 e 2014 e hanno riguardato terreni situati nei comuni nebroidei già citati. Le due aziende agricole hanno indotto in errore gli enti previdenziali e assistenziali sull’entità globale e l’attribuzione individuale delle giornate lavorative che sarebbero state impiegate, procurando ai lavoratori un ingiusto profitto per le indennità di disoccupazione, malattie e maternità, nonché assegni familiari e contribuzioni pensionistiche, con correlato danno economico per oltre 400 mila euro.

I due titolari delle ditte individuali, C.G., 67 anni e F.N., 36 anni, rispettivamente di San Pier Niceto e Raccuja, in concorso con i 191 braccianti agricoli falsi, sono stati denunciati perché ritenuti responsabili del reato di induzione al falso del pubblico ufficiale e truffa ai danni degli enti previdenziali che prevede la reclusione da uno a 5 anni.

Maria Chiara Ferraù

 

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