Catania: “Dirty money”, 8 arresti

Si è conclusa con otto arresti l’operazione condotta dalla procura distrettuale antimafia di Catania denominata Dirty money. Le indagini sono state effettuate in collaborazione con la squadra mobile di Pavia.

In carcere sono finiti. Fabio Cantone, Francesco Di Modica, Salvatore Maurizio Buzza, Carmelo Scuderi, Salvatore Tiralongo, Avdyl Cucka, Antonino Varisco e Angelo Provvidenti.

Gli arrestati dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di usura ed estorsione con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi del metodo mafioso.

Le indagini erano state avviate dopo una denuncia presentata il 10 luglio del 2014 dal titolare di un tabacchi ubicato in un paese pedemontano, vittima di usura da oltre 15 anni costretto, in via continuativa ed attuale, a pagare interessi sul denaro prestato in attesa di restituire il capitale o a pagare denaro da imputare a quest’ultimo, secondo un piano di rientro stabilito.

Nel corso delle indagini sono stati appurati cinque distinti episodi di prestiti usurai con richieste di restituzione delle somme capitali con tassi di interesse fino al 120% all’anno. In altri tre episodi gli estorsori si presentavano alla vittima come intermediari, sollecitando la persona offesa a pagare il debito residuo nei confronti degli usurai.

È stato riscontrato che uno dei destinatari del provvedimento, Antonino Varisco, avendo appreso dalla vittima che aveva subito numerose rapine ad opera di ignoti, si presentava come “amico buono” e prospettava che, qualora non avesse ottemperato alle richieste di denaro delle organizzazioni mafiose del territorio, non avrebbe potuto beneficiare della loro protezione e dunque la sua attività commerciale avrebbe continuato a subire rapine costringendo l’esercente a versare 500 euro mensili in contanti o mediante ricarica postepay.

Altri due tentativi di estorsione aggravata sono contestati a Salvatore Maurizio Buzza e Salvatore Tiralongo, genero del più noto Piero Puglisi, pregiudicato in atto condannato all’ergastolo, appartenente al clan Malpassotu, transitato tra le fila dell’organizzazione mafiosa Santapaola-Ercolano.

I due al fine di procurarsi la restituzione del capitale e degli interessi usurai, minacciando l’incolumità della vittima, in particolare alludendo alla riferibilità del credito usurario ad organizzazioni mafiose ed alle ritorsioni che gli esponenti di tali organizzazioni avrebbero potuto adottare ai suoi danni in caso del mancato pagamento delle rate scadute, in ragione dell’indisponibilità di tali somme per le esigenze del clan, quali il sostentamento dei detenuti e delle loro famiglie, compivano atti idonei a costringere l’esercente a versare rispettivamente le somme di euro 20.600,00 e di  euro 4.350,00 ad estinzione dei rispettivi debiti.

Maria Chiara Ferraù

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