Palermo: turismo e identità siciliana

Procedono in sintonia gli assessori Cleo Li Calzi e Antonio Purpura che alla guida del Turismo e dei Beni culturali hanno stabilito tavoli di coordinamento per rendere più efficace l’azione dei rispettivi dipartimenti con l’obiettivo comune di armonizzare le politiche promozionali e di strutturarle in funzione di positive ricadute sul territorio capaci di generare sviluppo.

Quindi stop ai contributi a pioggia per piccole sagre paesane o per iniziative scoordinate; basta col proliferare degli ecomusei perché se ne contano già centinaia: il comune denominatore deve essere quello di ricondurre a sistema le molteplici creatività che si vanno registrando che seppur singolarmente apprezzabili finiscono per esaurire poco utilmente la loro funzione in una piccola porzione di territorio.

Sì al ruolo dei Distretti purché siano attori produttivi: c’è stato un ritardo nel loro avvio, perché è trascorso più di un lustro dalla previsione normativa all’effettiva costituzione e ancora oggi non hanno ricevuto la dotazione finanziaria prevista.

Nell’attuale scenario politico niente affatto tranquillo, si cerca così di definire una programmazione con linee guida che rappresentino un riferimento per tutti gli operatori, rendano armonico il programma dell’Esecutivo nella convinzione, sottolineata anche dal vicepresidente dell’Ars Giuseppe Lupo che turismo, beni culturali e agricoltura sono la linfa vitale della nostra economia e hanno potenzialità non ancora del tutto espresse in maniera virtuosa con benefici anche per l’occupazione.

L’assessore Purpura ha rilevato che il ciclo di programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali, (PO-FESR e PON Cultura e Sviluppo) deve avere come obiettivo fondamentale quello di attuare la transizione del sistema dei beni culturali regionali verso la fase della piena valorizzazione economica, prioritariamente attraverso un intelligente sistema di fruizione turistica.

Con i due precedenti cicli di programmazione si è attuato una vasto programma di recupero del patrimonio culturale diffuso nel territorio regionale. Si può discutere l’efficacia e l’efficienza dei copiosi investimenti (oltre 1,6 miliardi di euro dal 2000 al 2013) che sono stati realizzati, nel senso che si sarebbe certamente potuto fare di più e meglio. Ma oggi la Sicilia dispone di un vasto patrimonio di beni culturali accessibile alla fruizione turistica: senza questi investimenti non avremmo certamente potuto “incassare” dal 2000 ad oggi ben 7 inserimenti nella World Heritage List dell’Unesco, e non avremmo una lista di altri monumenti Unesco-candidabili. 

Per la prima volta entro il 30 novembre 2015 sarà pubblicato il calendario per il 2016. La negoziazione sindacale è in corso e siamo fiduciosi che possa concludersi positivamente. L’avvio, ormai prossimo, dei servizi aggiuntivi nei siti per i quali nel 2010 si era giunti alla fase della aggiudicazione definitiva o provvisoria (ossia per gran parte dei Grandi Attrattori) farà innalzare la qualità della fruizione.

Ma attenzione particolare viene oggi posta al’apertura del sistema dei beni culturali verso forme nuove di  interazione con le imprese e il vasto universo dell’associazionismo culturale. A breve saranno emanati i decreti assessoriali destinati a regolamentare le sponsorizzazioni private di interventi conservativi di liste ben identificate di beni culturali, nonché a definire le modalità di collaborazione delle associazioni per la gestione dei siti, prevedendo anche forme di convenzionamento per la gestione integrale dei siti minori. Le associazioni culturali accreditate potranno fruire del sostegno finanziario previsto dal’Asse 2 del PON Culturale e Sviluppo, mentre le imprese dell’industria culturale potranno accedere alle risorse finanziarie del PO – FESR. 

Il convegno promosso dal Distretto “Antichi mestieri, sapori e tradizioni popolari siciliani” presieduto da Michelangelo Lo Monaco, che conta l’adesione di 23 Comuni sparsi tra le province di Palermo, Trapani, Catania, Messina, Siracusa con “capofila” Taormina, è stato un’occasione di confronto utile per i tanti amministratori locali presenti. 

E’ emersa, durante i lavori moderati dal giornalista Mario Primo Cavaleri, la variegata peculiarità di un territorio che spazia dal mare ai monti, che presenta tipicità e vulnerabilità e al contempo una straordinaria ricchezza di potenziali attrattori di rilevanza naturalistica, culturale, archeologica. Ne hanno parlato il prof. Girolamo Cusimano, presidente Scuola delle scienze umane e del patrimonio culturale – Università  di Palermo; Aurelio Pes, scrittore; Carmelo Chiaramonte, cuciniere errante. E con loro il deputato regionale Antony Barbagallo, il prof. Ignazio Buttitta presidente Fondazione Ignazio Buttitta; l’arch. Rosario Vilardo della Soprintendenza di Messina, Rosario Gugliotta di Slow Food Sicilia.

 

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