Milazzo (Me): “A famigghia difittusa” per il World Down Day

Si è celebrata lo scorso fine settimana la Giornata Mondiale sulla Sindrome Down e le A.I.P.D. di Sicilia e Calabria hanno organizzato nella cittadina milazzese un focus sulla patologia dal titolo “Dall’informazione …… all’integrazione. Salute e benessere, accessibilità e eguaglianza per tutti”. Ad introdurre e moderare i lavori sono stati il prof. Vittorio Cannata, presidente A.I.P.D. Milazzo-Messina, e il prof. Carmelo Salpietro, direttore del Centro Regionale per la prevenzione e cura delle Malattie Genetiche U.O.C. di Messina. Dopo l’indirizzo di benvenuto rispettivamente da parte del Sindaco dott. Carmelo Pino, del presidente nazionale A.I.P.D. dott. Mario Berardi, del presidente dell’Ordine dei Medici di Messina dott. Giacomo Caudo, dell’Assessore alle Politiche Sociali prof.ssa Stefania Scolaro, si sono registrati gli interventi della dott.ssa Silvana Briuglia, ricercatrice di Genetica Medica all’omonima U.O.C. peloritana; della prof.ssa Rosanna Alfieri, pedagogista all’Università “La Sapienza” di Roma; del prof. Corrado Romano, direttore delle Malattie Genetiche I.R.C.S.S. “Oasi” Maria SS di Troina, del prof. Giorgio Albertini, direttore del Dipartimento di Scienze della Disabilità Congenita ed Evolutiva, il quale nell’intervista concessaci ha palesato l’importanza di sensibilizzare le persone sulla più frequente delle malattie rare: egli ha, infatti, esortato a non abbassare mai la guardia sulla ricerca e sull’integrazione. Ravvisando finalmente l’interesse degli Atenei per la problematica, ritiene fondamentale l’interazione fra le neuroscienze, la genetica e l’integrazione sociale. Nel corso di questi ultimi decenni si è capito che un soggetto down è in grado di lavorare ed essere conseguentemente autonomo. Senza dubbio per il prof. Albertini il processo di apprendimento è differente da quello applicato ai normodotati: infatti, l’apprendimento procedurale risulta più immediato, poiché imperniato sulla naturalezza delle azioni. Gli ostacoli sono tuttavia le barriere mentali e l’indifferenza generale, ma, se si offre informazione, le paure e le distanze svaniscono di colpo. Egli ha auspicato che i Comuni, in quanto case dei cittadini, possano esercitare un’attività volta all’integrazione superando ogni forma di barriera architettonica. Un particolare contributo della compagnia teatrale “Milazzo 2010” ha deliziato gli invitati al “Teatro Trifiletti” con la commedia dialettale brillante in due atti di Calogero Maurici dal titolo “A famigghia difittusa”, uno spaccato paradossale di vita familiare tra il vero e il verosimile, in cui la comicità è venata di connotati meditativi sull’imperfezione dell’umana natura. Nel cast molto lodevole la performance di Rosemary Calderone, giovane e brava attrice emergente, la quale nel recitare magistralmente il ruolo della renitente ad accettare il fidanzato della sorella Lavinia, perché balbuziente, e la sua famiglia poiché caratterizzati da altre imperfezioni, si è calata in un personaggio non consono alla sua indole gentile recando il messaggio universale di far cadere ogni preconcetto mentale. A lei fa eco il patron dell’equipe melodrammatica Vincenzo Cannistrà, che si è detto felice per l’apporto ad una così nobile causa nell’auspicio di rimuovere ogni preclusione intellettuale, dovendo tutti gli uomini accettarsi unanimemente per i loro diversi pregi e difetti.

Rodrigo Foti 

Rosemary Calderone  Scena della commedia2

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