Tortorici (Me): dipendenti comunali e salario accessorio, stato di agitazione proclamato dai sindacati

La mancata istituzione del fondo per il salario accessorio dei dipendenti comunali di Tortorici, nonché l’annuncio della stabilizzazione per 61 precari destano non poche preoccupazioni nelle funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil. Per questo è stato dichiarato lo stato di agitazione al comune e viene rinnovata la richiesta di un incontro fra le parti per “poter affrontare la delicata questione del comune nebroideo”.

Secondo i sindacati, infatti, l’amministrazione continuerebbe ad essere inadempiente rispetto al diritto primario alla regolare remunerazione dei propri dipendenti, privando l’Ente del fondo annuale della contrattazione. In particolare, Antonino Pizzino, Fp Cgil; Giovanni Coledi, Cisl Fp e Maurizio Giliberto, Uil Fpl, puntano il dito contro le delibere 32 sullo schema di bilancio 2018, la 24, sul fabbisogno triennale delle assunzioni e la 45 sull”indirizzo di stabilizzazione dei lavoratori precari. Proprio in merito al bilancio di previsione secondo i sindacalisti “mancano le risorse per il fondo del contratto decentrato integrativo anno 2018” e chiedono non solo di istituire il fondo, ma anche di attivare le procedure relative alla contrattazione decentrata.

“Ancora una volta il comune di Tortorici – scrivono Pizzino, Coledi e Giliberto – è stato inadempiente, e ormai lo è da circa 10 anni, rispetto alle norme contrattuali e gestionali e chiediamo di porre fine a tale ingiusta ed errata condotta amministrativa in danno ai lavoratori del comune di Tortorici e ad assumere da subito tali impegni contabili e gestionali sia per l’anno corrente che per gli anni passati e futuri. I lavoratori non sono responsabili del dissesto finanziario dell’Ente, ma le vittime”.

Infine, in merito alla stabilizzazione deliberata lo scorso 25 marzo dalla giunta Rizzo Nervo, i sindacati chiedono un confronto e l’attivazione di un tavolo di concertazione per le delibere incriminate. “A noi – dichiarano i sindacalisti – sembra un azzardo da una parte porre in mobilità 16 dipendenti in attuazione dell’indice popolazione/dipendenti così come definito dal decreto per gli enti dissestati e contemporaneamente procedere come nulla fosse ad assumere ulteriori 61 dipendenti. Non vogliamo guerre fra lavoratori precari, vogliamo la stabilità di tutti, ma nel rispetto delle regole e degli stessi lavoratori”.

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