Termini Imerese (Pa): Di Maio alla Blutec

E’ arrivato a Termini Imerese il Vicepremier Di Maio, dove questo pomeriggio ha incontrato sindaci del territorio, sindacati per mettere in chiaro la questione dello Stabilimento Blutec del polo termitano. Presenti anche l’On. Cancelleri e il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci.

Tema importante quello degli ammortizzatori sociali che a voce del premier saranno garantiti per sei mesi a partire dagli inizi dell’anno quindi retroattivi, visto che ancora ad oggi nessun dipendente li ha percepiti. Questo certamente è un punto attuale ma non risolutivo alla questione dei circa 200 lavoratori compresi quelli dell’indotto che in questi ultimi periodi hanno manifestato e protestato, arrivando ad occupare anche lo stabilimento e attirando le attenzioni dei media nazionali, politica e interlocuzioni tra sindacati e governo regionale che nazionale.

Di Maio si farà portavoce e si occuperà personalmente di interloquire con i vertici Blutec di rispettare gli accordi presi, visto che si erano fatti avanti prendendo anche dei fondi e non mantenendo gli impegni presi, così come la stessa ex Fiat che doveva programmare l’uscita in modo graduale, prima di abbandonare definitivamente lo stabilimento. I lavoratori Blutec e dell’indotto si sono riuniti in piazza Duomo per conoscere l’esito del tavolo tecnico.

Soddisfatto anche Il sindaco di Termini Imerese Francesco Giunta si è complimentato con il ministro: “È venuto per due volte qui in meno di 120 giorni. Mai successo prima”, ha detto. Così come lo stesso Musumeci che ha parlato di uno sforzo governativo regionale se ci sarà un piano industriale serio per un’area che definisce quasi ex industriale e se ci saranno soggetti imprenditoriali credibili dell’auto, mettendo a disposizione ulteriori 200 milioni di euro per le infrastrutture dell’area.

Parole risolutive per gli operai e per l’intero territorio se tutto procede per il meglio e dalle parole si passa ai fatti concreti, cioè quello che tutti vogliono vedere e toccare con mano. La speranza a voce degli operai è quella che ci sia un ribaltone e che questo interesse del governo nazionale non sia solo fumo negli occhi, così come hanno fatto sin d’ora coloro che volevano cambiare le sorti dello stabilimento.

Antonio David

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