Catania: bancarotte fraudolente Italia-Croazia, 11 ordinanze

È stata denominata “London windows” l’operazione condotta dai militari della guardia di finanza di Catania. E’ stato scoperto un sistema di bancarotte fraudolente tra Italia e Croazia. Undici le persone che sono state indagate e i finanzieri stanno eseguendo sequestri per oltre 10 milioni di euro. Quattro società commerciali nazionali e croate, inoltre, per un anno non potranno esercitare attività d’impresa.

Fra gli indagatai, uno è andato in carcere e altri dieci sono stati destinatari di misure interdittive dell’esercizio di impresa e professione. Il sistema andava avanti dal 2013.  I reati di cui dovranno rispondere gli indagati sono: bancarotte fraudolente sia patrimoniali che documentali, reati tributari, auto riciclaggio e riciclaggio.

Nelle maglie delle fiamme gialle sono finite, ni particolare: 4 società commerciali: la Food & catering srl con sede a Melilli, nel siracusano; Urbanistika j.d.o.o. attiva nel settore delle costruzioni con sede legale in Croazia; M.A.S. srl e M.A. Management d.o.o., entrambe operanti nel lavaggio industriale, la prima con sede a Catania e la seconda in croazia. Per la MAS è stato nominato un commissario giudiziale per consentire la prosecuzione delle attività.

Le indagini della finanza hanno svelato l’esistenza di un collaudato sistema fraudolento finalizzato a garantire a gruppi imprenditoriali familiari la totale sottrazione dal pagamento delle imposte e l’elusione di procedure esecutive e concorsuali.

Registi delle operazioni commercialisti, avvocati, esperti contabili, consulenti e anche broker esteri. Erano loro che provvedevano a de localizzare all’estero imprese con squilibri finanziari manifesti. Lo scopo era quello di trasferirne il patrimonio per evitare che venisse sequestrato o intaccato da azioni erariali.  La società continuava ad operare in Italia, ma avendo trasferito la sede in Gran Bretagna o in Croazia si perdevano le tracce dell’effettiva proprietà attraverso apparenti nuove società affidate all’amministrazione di prestanome.

In carcere è finito l’avvocato Mariolino Leonardi, 55 anni, promotore principale delle operazioni societarie straordinarie che consentivano a gruppi di imprese di sottrarre alla giurisdizione nazionale patrimoni oggetto di bancarotte, reati tributari e riciclaggio.

Ad aiutarlo a trasferire le imprese italiane in Gran Bretagna c’erano Fabio Castaldi, 53 anni e per la Croazia Mario Bariggi, 47 anni. Con entrambi però le relazioni commerciali si erano interrotte per incomprensioni professionali. In Italia collaboravano con Leonardi il commercialista Giuseppe Bentivegna, 57 anni e consulente aziendale, destinatario del divieto temporaneo di esercitare la professione per un anno e Salvatore Falgares, anche lui commercialista, 53 anni. Nei suoi confronti i finanzieri hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di 4 immobili del valore di oltre 250 mila euro emesso dal gip del tribunale etneo in quanto indagato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

A beneficiare dell’opera criminale dei professionisti coinvolti c’erano un gruppo di società riconducibili a: Sebastiana Alescio, 55 anni; al genero Daniele Romano, 37 anni e alla figlia Monia Incardona, 33 anni, tutti destinatari del divieto temporaneo di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per un anno per le ipotesi di bancarotta fraudolenta e auto riciclaggio – amministratori di società operanti nel settore della ristorazione con il supporto professionale di Leonardi e Castaldi.

Il gruppo ha realizzato negli anni dal 2013 al 2015 una triangolazione societaria con la finalità di continuare ad operare nel mercato di riferimento senza il rischio di essere sottoposti a procedure fallimentari.

E, ancora, fra gli indagati figura Carmelo Belfiore, 51 anni, destinatario del divieto temporaneo di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per un anno, amministratore della Europa 2000 costruzioni srl, già attiva dal 1994 nel settore della costruzione di edifici residenziali e non.

Antonio Pardo anche lui è stato destinatario del divieto temporaneo di esercitare imprese e uffici direttivi per un anno per l’ipotesi di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte in qualità di amministratore della Martina srl e titolare dell’omonima ditta individuale croata Urbanistika jdoo con partita iva italiana che si avvaleva di Leonardi per sottrarsi all’esposizione erariale.

L’ultima vicenda vede coinvolta la famiglia Mascalia con Antonio Mascali e i figli Salvatore e Anna, tutti destinatari del divieto temporaneo di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per un anno. La loro azienda operava nel settore del lavaggio industriale di tessuti, vestiti e biancheria.

La cancellazione delle imprese dal registro italiano da oltre un anno impedisce, di fatto, alla procura di avanzare l’istanza di fallimento per le stesse. Nel caso della M.A.S. srl è stata promossa istanza di fallimento a fronte di una esposizione debitoria di oltre un milione e mezzo di eur fraudolentemente occultata nel bilancio della stessa società.

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