Catania: notai a confronto sulla nuova fatturazione elettronica

È l’argomento attualmente più discusso negli studi professionali, nelle aziende, e tra i titolari di partita Iva: la fatturazione elettronica tra i privati, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2019. Dopo la rivoluzione digitale che dal 2016 ha dematerializzato i documenti verso la Pubblica Amministrazione, la nuova e-fattura obbligatoria porterà con sé chiari vantaggi, ma come tutti i cambiamenti radicali sta spingendo migliaia di professionisti e imprese ad aggiornarsi sulle nuove conoscenze per non farsi cogliere impreparati.

Nel territorio etneo, tra le prime categorie professionali ad affrontare l’argomento si contano i Notai, riuniti grazie all’attività formativa portata avanti dal Consiglio dei Distretti riuniti di Catania e Caltagirone. Ieri (29 novembre) si è tenuto infatti un incontro di studio sulla nuova disciplina, che ha richiamato anche colleghi provenienti da altre parti della Sicilia.

“Per approfondire un tema così dirompente, e in certi aspetti complesso – ha affermato il presidente del Consiglio Notarile Giuseppe Balestrazzi – abbiamo chiesto il supporto tecnico del presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Catania Giorgio Sangiorgio, e dell’esperto Nicola Forte, componente dell’Ufficio Studi del Consiglio Nazionale Notariato. Quest’ultimo in particolar modo ci ha illustrato le modalità operative che riguarderanno la fatturazione elettronica, chiarendo anche chi saranno i soggetti coinvolti e quelli esclusi. Il presidente Sangiorgio invece – ha continuato Balestrazzi – ci ha aiutato a fare chiarezza sulla recente problematica che, a livello regionale, ha riguardato certificazioni di ritenute d’acconto non riconosciute dall’Agenzia delle Entrate”.

Nello specifico, in merito al riconoscimento delle ritenute d’acconto subite, la direzione regionale dell’Agenzia ha assunto la tesi secondo cui per scomputare le stesse dalle dichiarazioni dei redditi, non occorre solo la certificazione ma anche che esse siano state versare dal sostituto d’imposta. “A livello tecnico ciò si traduce in un’oggettiva difficoltà applicativa, causando il non-riconoscimento di alcune ritenute – ha spiegato Sangiorgio – La questione è molto sentita dai Notai, che spesso hanno una clientela polverizzata e, di conseguenza, numerose ritenute subite. Stiamo dialogando con l’Agenzia delle Entrate per trovare con urgenza la chiave risolutiva”.

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