Catania: blitz antimafia, arrestato anche l’ex deputato Pippo Nicotra per voti di scambio

C’è anche l’ex deputato regionale Pippo Nicotra fra i 18 arrestati del blitz antimafia condotto a Catania dai carabinieri del comando provinciale. Diciotto persone sono finite in manette. Duro colpo al clan Santapaola Ercolano.

Gli arrestati dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni con l’aggravante del metodo mafioso, scambio elettorale politico mafioso, tentato omicidio, detenzione ai fini di spaccio di droga e detenzione illegale di armi.

Le indagini, condotte dal nucleo investigativo del comando provinciale e dalla compagnia carabinieri di Acireale, hanno consentito anche di accertare, avvalensodi di dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, la responsabilità degli indagati per la loro appartenenza ai gruppi storici della Famiglia mafiosa di Catania. Il gruppo, inoltre, imponeva il pizzo a diversi imprenditori locali nell’arco degli anni.

Nel mirino degli investigatori anche voti di scambio. Il provvedimento di oggi parte dall’indagine Aquilia, diretta dalla Dda, avviata ad ottobre del 2015 e conclusasi lo scorso gennaio. Dalle indagini è stata accertata la responsabilità degli indagati, appartenenti ai due gruppi storici della famiglia mafiosa di Catania: quelli di Acireale e Aci Catena, riconducibili a Sebastiano Sciuto, detto Nuccio Coscia, morto recentemente per cause naturali e definire le posizioni di vertice e i ruoli dei singoli affiliati.

In particolare, le indagini dei carabinieri si sono sviluppate a seguito della decisione di collaboare con la giustizia di Gaetano Mario Vinciguerra, già reggente pro tempore del gruppo di Aci Catena. Vinciguerra ha fornito un quadro aggiornato degli organigrammi dei gruppi mafiosi, indicando capi e soldati e ha persino consegnato un elenco dettagliato delle imprese che sono state costrette, nel corso degli anni, a subire richieste di pizzo.

Nel corso delle indagini, inoltre, sono stati acquisiti elementi di reità in ordine ad attività estorsive consumate e tentate in pregiudizio di 8 imprenditori locale. Il tutto per agevolare l’organizzazione mafiosa d’appartenenza.

Tra gli arrestati spizcca la figura dell’ex deputato regionale Raffaele Nicotra, detto Pippo. Quest’ultimo dovrà rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione aggravata e scambio elettorale politico mafioso.

Nicotra avrebbe comprato voti dalla mafia: 50 mila euro per le regionali del 2008 e 50 euro a voto per quele del 2012. In ballo anche un numero imprecisato di favori su cui la procura etnea sta ancora indagando. Sarebbe stato lo stesso pentito Vinciguerra a spiegare di avere avuto un ruolo nella gestione della campagna elettorale di Nicotra e di aver allertato i sodali a votare per lui alle Regionali.

L’indagine, inoltre, ha consentito di fare luce sul tentato omicidio di Mario Giuseppe Tornabene, avvenuto a Fiumefreddo di Sicilia il 28 agosto el 2007. Secondo le testimonianze di due collaboratori di giustizia, l’uomo, già responsabile del gruppo di Giarre per conto della frangia acese riconducibile a Sebatiano Sciuto e curatore degli interessi di quest’ultimo, attraverso la costituzione di società in diverse attività commerciali, aveva disatteso gli accordi economici intrapresi con lo stesso Sciuto. Ecco che i figlio di Sciuto, Stefano, insieme ad altri soggetti di cui non è stata trovata l’identità, la sera del 28 agosto del 2007 avevano attentato alla vita di Torabene, esplodendogli contro tre colpi di pistola all’addome.

Parallelamente i carabinieri della locale compagnia di Acireale hanno svolto un’indagine che è confluita nel provvedimento cautelare di oggi.

Dei diciotto provvedimenti di oggi, tre sono riferibili al tentato omicidio di Tornaben. Quindici provvedimenti sono stati notificati ad altrettanti soggetti in libertà, tre sono stati notificati in carcere ad altri indagati che si trovavano ristretti nelle case circondariali per altri reati.

Le manette sono scattate ai polsi di: Fabio Arcidiacono, 34 anni; Fabrizio Bella, 54 anni; Rodolfo Bonfiglio, 38 anni, attualmente in carcere a Barcellona Pozzo di Gotto (Me); Cirino Cannavò, 46 anni, ai domiciliari; Fabio Vincenzo Cosentino, 40 anni; Gianmaria Tiziano Cosentino, 37 anni; Danilo Tommaso Failla, 39 anni; Salvatore Nunzio Fonti, 48 anni; Camillo Grasso, 50 anni; Antonino Francesco Manca, 40 anni, già in carcere a Noto (Sr); Mariano Massimino, 30 anni; Mario Nicolosi, 52 anni; Giuseppe Raffaele Nicotra, 62 anni; Camillo Pappalardo, 48 anni; Concetto Puglisi, 37 anni; Giuseppe Rogazione, 44 anni, Santo Paolo Scalia, 44 anni e Stefano Sciuto, 36 anni.

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