Palermo: villa Filippina ricorda il pittore D’Anna a 300 anni dalla nascita

A 300 anni dalla sua nascia, Palermo ricorda il pittore ito D’Anna, uno dei principali artisti siciliani e maggiore rappresentante del Rococò siciliano.

L’appuntamento è per domenica 14 ottobre alle 12.00 davanti alla piccola chiesetta San Filippo Neri di parco Villa Filippina, l’associazione Urania, insieme all’associazione Italia nostra di Palermo con il presidente Pietro Longo, davanti alle autorità comunali, ai direttori dei musei Abatellis e Salinas, all’assessore Sebastiano Tusa, ai rappresentanti dell’associazione Amici dei musei siciliani e al pubblico presente, ricorderà la vita e le opere del pittore palermitano.

Suoi sono gli affreschi sotto i portici di villa Filippina. Opere che gli vennero commissionate, nel 1758, dal sacerdote don Angelo Serio della congregazione dei padri Filippini. Il 7 Ottobre del 1758 principiò infatti, per volere del sacerdote, la decorazione ad affresco del porticato di Villa Filippina, continuata dal ’69 dal discepolo Antonio Manno. Gli episodi con storie della vita di Cristo, Ultima Cena, Lavanda dei piedi, Ultima Pasqua, Tributo di Cesare, Gesù e Zaccheo, Potete bere il calice che io sto per bere sono oggi quasi integralmente scomparsi, ma i pochi resti, sino a qualche anno fa, comprovavano la presenza di due mani principali – una senz’altro del D’Anna, riconoscibile per preziosità pittoriche e soluzioni paesistiche raffinate – oltre che di esecutori minori.

Questo ciclo di affreschi, secondo i principi dell’oratorio, ebbe una funzione educativa e pedagogica, affinchè, attraverso l’illustrazione degli episodi più importanti narrati nei vangeli, i giovani potessero interiorizzare e portare nella vita quotidiana il modello cristiano.

Allievo del pittore acese Paolo Vasta fino al 1744, iniziò la sua carriera all’età di diciassette anni facendo suo l’uso vivace dei colori tipico della scuola barocca. Dopo aver concluso i suoi studi presso il Vasta, entra a far parte degli allievi della bottega di Olivio Sozzi, un importante pittore del tempo, del quale sposò la figlia Aloisia nel 1745.

D’Anna perfeziona le sue tecniche pittoriche a Roma, su suggerimento dello stesso Olivio Sozzi, presso il maestro Corrado Giaquinto (1745/50ca) come testimonia una lettera di elogi di quest’ultimo inviata allo stesso Sozzi. Tornato a Palermo nel 1751 inizia i lavori per gli affreschi della chiesa di Santa Caterina d’Alessandria – nota a Palermo come “Santa Caterina delle Donne”, sita a Piazza Bellini, difronte la chiesa della Martorana – dipingendo le opere Apoteosi di San Domenico o Gloria dei Santi domenicani o Trionfo dell’Ordine domenicano e Allegorie dei quattro continenti, gli affreschi “Trionfo di Minerva e Allegorie di Virtù all’interno di palazzo Benenati Ventimiglia e quelli presenti nella chiesa dei Tre Re dal titolo Trionfo dei Re Magi, Battesimo di Amilcare e Martirio di Baldassarre. Opere che diedero al D’Anna una certa notorietà divenendo, per i committenti palermitani, un punto di riferimento. Diversi gli affreschi presenti in molte chiese e palazzi privati della città.

Nel 1754 gli viene affidato dall’Unione dei Miseremini l’incarico di presiedere, regolare e approvare, con l’Architetto Ferrigno, le opere della chiesa di San Matteo e di affrescarla per intero. Sue anche l’opera L’apoteosi di Palermo del 1760, affresco presente nella sala da ballo di Palazzo Isnello, considerata una delle maggiori opere di pittura siciliana del XVIII secolo, e il grande ciclo di  affreschi Gloria di San Basilio presenti nella chiesa del Santissimo Salvatore.

Morì a Palermo nel 1769 e sepolto inizialmente nella chiesa di San Matteo. Nel XIX secolo, le sue spoglie furono trasferite nel cimitero dei Rotoli

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