Catania: sequestrati 1.300 litri di gasolio agricolo utilizzato illecitamente

I finanzieri del comando provinciale di Catania hanno denunciato il titolare di una ditta individuale che si occupava del trasporto merci su strada e che utilizzava gasolio agricolo di provenienza illecita come carburante per gli automezzi dell’attività imprenditoriale.

Il motivo economico di questo tipo di condotta illegale risiede nel fatto che tale tipologia di gasolio, per favorire le imprese che operano nel settore agricolo, sconta una minore accisa e ha un prezzo di mercato di circa 0,95 euro a litro, quindi inferiore a quello normale destinato all’autotrazione.

L’intervento dei militari del nucleo di polizia economico finanziaria di Catania rientra nell’ambito del sistema di controlli svolti del mercato e dei consumatori, nei confronti degli operatori che distribuiscono e utilizzano prodotti petroliferi.

In particolare, le fiamme gialle del gruppo tutela finanza pubblica hanno effettuato il prelevamento di un campione del carburante presente nella cisterna utilizzata dall’impresa per il rifornimento dei propri mezzi, scoprendo che la sua colorazione era verde alizarina, caratteristica che contraddistingue il prodotto destinato ai mezzi agricoli da quello più caro destinato alle auto.

Atteso che l’impresa non è stata in grado di esibire alcuna documentazione giustificativa della detenzione e utilizzo di tale quantità di gasolio agricolo e non aveva anche il certificato di prevenzione incendi. Sono stati sequestrati circa 1.300 litri di prodotto illecito nonché il serbatoio metallico, fuori terra e della capacità di 9 mc, corredato da pistola erogatrice.

I campioni di carburante prelevati sono stati inviati all’agenzia delle dogane per l’esecuzione delle previste analisi organolettiche. A conclusione dell’attività delle fiamme gialle, il catanese è stato denunciato per sottrazione al pagamento dell’accisa sugli oli minerali per aver destinato ad usi soggetti a maggior imposta prodotti ammessi ad aliquote agevolate e rischia la reclusione da sei mesi a tre anni e una multa il cui importo può variare da 2 a 10 volte il valore dell’imposta evasa.

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