Palermo: mutilazioni consenzienti per riscuotere l’assicurazione, arresti

Simulavano danni da incidenti stradali per poi truffare le assicurazioni. Le vittime, consenzienti, si facevano male anche se a volte finivano sulla sedia a rotelle. Due pericolose organizzazioni criminali sono state scoperte dalla polizia di Palermo. i gruppi mutilavano braccia e gambe delle vittime per simulare danni provocati da incidenti stradali. Undici le persone fermate.

La polizia ha accertato che i membri delle due organizzazioni utilizzavano metodi particolarmente violenti e dolorosi per mutilare le vittime, ad esempio scagliando su braccia e gambe dei pesanti dischi di ghisa anche da 25 Kg.

L’inchiesta è partita dopo un presunto incidente stradale quando il tunisino Hadry Yakoub è stato trovato morto su una strada alla periferia di Palermo a gennaio del 2017.

La morte sembrava provocata da un incidente. Nel corso degli accertamenti è stato scoperto che l’uomo in realtà era morto per le fratture multiple procurate dalla banda.

I complici accettavano di procurarsi fratture anche in tutto il corpo, con il rischio di rimanere sulla sedia a rotelle, in cambio di poche centinaia di euro. Fino a quando uno di loro non è morto. È stata proprio la tragedia che ha innescato le indagini che oggi hanno portato al fermo di 11 persone.

Due i capi della gang: Francesco Mocciaro, procacciatore di affari e Michele Caltabellotta, un perito assicurativo di Palermo. oltre agli arrestati, altre 50 persone sono state iscritte nel registro degli indagati.

È stato accertato che a volte i criminali somministravano alle vittime dosi di anestetico procurate anche da una delle persone fermate. Fra loro anche un’infermiera in servizio allo spedale civico di Palermo al reparto di neurologia. La donna e il marito sono stati già bloccati e in casa loro sono state trovate tre persone con delle fratture.

È difficile da quantificare il bacino di affari, ma gli investigatori ipotizzano che per ogni pratica i risarcimenti potevano arrivare anche a 150 mila euro. Nel corso dell’operazione sono state trovate almeno dieci pratiche.

Le manette sono scattate ai polsi di Giuseppe Burrafato, Antonia Conte, infermiera e moglie di Mocciaro, Michele Di Lorenzo, Francesco Faja che dovrà rispondere anche dell’omicidio del tunisino, Isidoro Faja, Salvatore Piana, Giuseppe Portanova, Antonino Santoro e Massimiliano Vultaggio.

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