Palermo: traffico di esseri umani, i particolari

Da Palermo veniva gestito il traffico di clandestini sulla tratta balcanica. Nel capoluogo siciliano Giuseppe Giangrosso, bracciante agricolo nonch titolare di un bar, serviva caffè e nel frattempo si occupava del lucroso traffico.

Giangrosso, 61 anni, originario di Roccamena e residente a Cruillas, insieme al complice macedone Fatmir Ljatifi, aveva messo in piedi il redditizio business dell’immigrazione clandestina dal Kosovo.

Inseme a Giangrosso e Ljatifi c’erano altre 15 persone in grado di contrabbandare sigarette, armi da guerra, riciclare oro e diamanti oltre a trasportare migranti dai Balcani fino alla Svizzera o in Sicilia con regolare permesso di soggiorno.

In tal modo il gruppo criminale aggirava il decreto flussi della Bossi-Fini grazie a finte società create a Palermo. l’organizzazione è stata scoperta dai carabinieri del capoluogo siciliano, in un’operazione coordinata dai pm della Dda Giorgia Spiri, Carlo Marzella e Geri Ferrara, guidati dall’aggiunto Marzia Sabella.

I fermi sono stati effettuati questa notte in tutta Italia e in Kosovo. Gli arrestati erano appartenenti a due organizzazioni criminali che lavoravano in collaborazione.

Giangrosso e il macedone Ljatifi, che faceva affari coi paramilitari del “Nuovo Uck” e che in Macedonia sono ritenuti terroristi, riuscivano ad ottenere permessi di soggiorno per motivi di lavoro per i kosovari. Risultava sulle carte che i lavoratori stranieri venivano assunti in un’azienda di Palermo. Ma non era così. I carabinieri hanno arrestato giangrosso e i cinque complici prima dei viaggi. Nelle loro case anticipi da 2.000 euro di diversi clandestini per la somma totale di 7 mila euro per tutto il viaggio compresa la sistemazione.

Nelle maglie degli investigatori anche l’imprenditore e pregiudicato per reati finanziari Dario Vitellaro. L’organizzazione di Palermo si occupava anche del riciclaggio di banconote rubate ai bancomat in Itaila e all’estero. Fra i falsari c’erano Gabriele Torres, Salvatore Morello e Francesco Tinnirello che avevano il compito di recuperare e piazzare le banconote macchiate dalle esplosioni dei bancomat. Tinnirello era in contatto con i napoletani per acquistare gli ologrammi che andavano sostituiti nelle banconote pulite.

Tutti gli arrestati: Fatmir Ljatifi,  Driton Rexhepi, Arben Rexhepi, Xhemshit Vershevci, Franco Mapelli, Tiziano Moreno Mapelli, Ibraim Latifi, Jlenia Fele Arena, Giuseppe Giangrossio, Djemilj Djaferi, Denis Nikci, Urran Ameti, Francesco Tinnirello, Salvatore Morello, Gabriele Torres, Dario Vitellaro e Luan Dobjani.

Qualora ve ne fosse stato bisogno, l’indagine che oggi che ha portato a numerosi arresti legati al traffico di esseri umani da parte delle organizzazioni criminali balcaniche in contatto con Cosa Nostra dimostra che le attuali politiche di gestione dei migranti e delle migrazioni non sono altro che un sistema criminogeno che favorisce le mafie internazionali, gli sfruttatori della prostituzione, del caporalato e del lavoro nero, oltre che essere la causa di migliaia di morti lungo le rotte migratorie, siano esse quelle di mare o di terra – dichiara Leoluca Orlando commentando gli arresti compiuti oggi nell’ambito dell’operazione denominata Balkani –

Nel ringraziare la Magistratura, i Carabinieri e tutti gli organi inquirenti che hanno collaborato in questa indagine internazionale non possiamo che tornare a chiedere l’introduzione di politiche radicalmente diverse che sottraggono gli esseri umani al rischio di divenire merci sui mercati del traffico internazionale.
In ogni caso, da subito occorre attivare corridoi umanitari che sottraggono migliaia di esseri umani al potere e alla violenza delle cosche mafiose e che tolgano a queste ultime un ulteriore fonte di guadagno e forza di ricatto.”

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