Palermo: sequestro di beni per l’ex pm antimafia Antonio Ingroia
Antonio Ingroia, ex pm antimafia e oggi avvocato e candidato alle politiche del 4 marzo con la “Lista del popolo per la Costituzione” finisce sotto accusa per la gestione di Sicilia e-Servizi.
La società regionale si occupa, fra le tante inefficienze, dei servizi informatici. Oggi gli agenti della polizia di Stato di Palermo hanno notificato ad Ingroia un sequestro di beni per 150 mila euro. Sarebbe stata questa la somma che l’ex pm avrebbe intascato in modo illegittimo in qualità di amministratore unico e di liquidatore della società in questione.
Ingroia è indagato di peculato da quelli che cinque anni fa erano i suoi colleghi. Secondo le accuse l’ex pm avrebbe potuto ottenere solo il rimborso dei biglietti aerei nelle trasferte da Roma, suo nuovo luogo di residenza e la Sicilia. Invece Ingroia si sarebbe fatto rimborsare pure i lussuosi alberghi come il grand hotel villa Igiea.
In più ad Ingroia viene contestata la maxi indennità di risultato da 117 mila euro che si è auto assegnato per tre mesi di lavoro come liquidatore della società a capitale pubblico della Regione.
L’anno in cui vengono contestate le “spese” di Ingroia è il 2013. In quell’anno gli utili erano stati appena 33 mila euro, mentre l’anno successivo 3.800 euro.
Il provvedimento di sequestro di oggi riguarda anche Antonio Chisari, revisore contabile della società che oggi si chiama Sicilia digitale spa.
Il caso di Ingroia nasce dopo una segnalazione della Corte dei Conti a seguito di un articolo de L’Espresso che nel febbraio del 2015 dava conto di tutti i rimborsi di Ingroia. Per questa vicenda negli ultimi mesi l’ex governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, aveva ricevuto due avvisi di garanzia
Secondo la procura la maxi indennità di ingroia avrebbe addirittura determinato un deficit di bilancio.