Palermo: “Dieci storie proprio così” in scena al Biondo

Doppio appuntamento il 6 e 7 marzo prossimi al teatro Biondo di Palermo con “Dieci storie proprio così – terzo atto”, lo spettacolo di Giulia Minoli ed Emanuela Giordano. Gli appuntamenti saranno il 6 marzo alle 21.00 e il 7 marzo alle 17.30.

La pièce nasce dalle storie raccontate dai parenti delle vittime della mafia, dai volontari e da chi senza paura si attiva per creare alternative al degrado che produce la criminalità organizzata.

Una “ragionata” provocazione contro quella rete mafiosa, trasversale e onnipresente che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva, la capacità di capire e reagire.

La drammaturgia dello spettacolo di Emanuela Giordano e Giulia Minoli contribuisce a svelare i complessi legami che si intrecciano tra economia legale ed economia criminale. Legami che uccidono il libero mercato e minacciano gravemente il nostro futuro.

“Dieci storie proprio così” fa parte del progetto Il palcoscenico della legalità. Sul palco Daria D’Aloia, Vincenzo D’Amato, Tania Garribba, Valentina Minzoni, Alessio Vassallo, Tommaso Di Giulio alle chitarre e Paolo Volpini alla batteria. Le musiche originali sono di Tommaso Di Giulio.

Le autrici sono partite nel 2012 scavando nella memoria, per ricordare chi ha combattuto le mafie. Questo inizio costituisce l’ossatura imprescindibile della loro esperienza. Da allora hanno viaggiato in tutta Italia, approfondendo il tema della lotta alla criminalità organizzata grazie all’aiuto di alcune università italiane e ai tanti testimoni che hanno raccontato le loro storie.

È stata questa la ragione per cui le autrici hanno deciso di concentrarsi sul presente, su ciò che accade ora e su quanto ognuno può fare assumendosi la responsabilità di un cambiamento faticoso, difficile ma irrinunciabile.

In questi giorni sono partiti i laboratori con gli studenti delle scuole di Palermo. Un percorso di formazione e conoscenza in vista dello spettacolo, che i ragazzi vedranno le mattine del 7 e dell’8 marzo.

LE STORIE

Bruno Caccia: procuratore della repubblica di Torino, ucciso dalla ‘ndrangheta nel giugno del 1983. La controversa storia dell’unico omicidio di ‘ndrangheta nel nord Italia lascia trasparire in filigrana la fitta rete di relazioni che negli anni Ottanta connetteva alcuni membri della criminalità organizzata calabrese a esponenti delle istituzioni e della magistratura piemontese.

Cortocircuito: è un’associazione culturale antimafia di Reggio Emilia, formata da studenti universitari. Nasce nel 2009 come giornalino studentesco indipendente e web-tv per le scuole. Attraverso delle video-inchieste e dei reportage ha messo in luce la penetrazione della criminalità organizzata di stampo mafioso nel territorio.

Giovanni Tizian: è un giornalista calabrese, emigrato in Emilia Romagna dopo l’omicidio del padre, un funzionario di banca che non si era piegato alla ‘ndrangheta. Laureato in criminologia presso l’Università di Bologna, ha iniziato a scrivere con la ‘Gazzetta di Modena’ nel 2006 conducendo inchieste sulle infiltrazioni mafiose nel territorio. Dal 2011 vive sotto scorta.

Gaetano Saffioti: imprenditore edile calabrese. Per anni subisce le violenze della ‘ndrangheta, fino a quando decide di denunciare per riconquistare la propria libertà, diventando testimone di giustizia. La sua denuncia ha contribuito all’arresto di molti boss della Piana di Gioia Tauro. Oggi vive sotto scorta, ma continua a lavorare in Calabria.

Gabriella Augusta Maria Leone: Sindaco di Leinì, comune in provincia di Torino. La storia di un rinnovato impegno politico e sociale in un comune precedentemente sciolto per infiltrazioni mafiose.

Maria Stefanelli: la prima donna collaboratrice di giustizia contro la ‘ndrangheta al nord appartenente a famiglie mafiose. Vive con la figlia sotto protezione dello Stato ed è testimone al maxiprocesso Minotauro, che indaga le infiltrazioni delle cosche calabresi in Piemonte.

Sanitaensamble: orchestra giovanile attiva nel Rione Sanità di Napoli – un quartiere spesso associato a storie di degrado e marginalità – che offre a bambini, adolescenti e giovani una formazione musicale di alto profilo.

Federica Angeli: giornalista di La Repubblica che vive ad Ostia, il municipio di Roma sciolto nel 2015 per infiltrazioni mafiose. Per le sue coraggiose indagini e denunce oggi vive sotto scorta.

Tor più bella: Associazione di rigenerazione urbana e sociale al servizio della comunità di Tor Bella Monaca, quartiere di Roma tristemente noto per la forte presenza di criminalità organizzata.

Cooperativa sociale della paranza: nata nel 2006 da un gruppo di ragazzi e ragazze del Rione Sanità di Napoli, ha contribuito alla riscoperta e alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale del quartiere. Negli anni hanno progettato e sviluppato percorsi formativi e processi di inserimento lavorativo, di scambio e di networking fra persone, enti ed associazioni.

Perego strade: un esempio di come la ‘ndrangheta entra in azienda, con le sue modalità di insediamento in un’industria sana, al fine di svuotare dall’interno tutto il capitale economico e sociale presente.

Elena Ferraro: giovane imprenditrice trapanese. Rifiuta di pagare il pizzo al cugino del superlatitante Matteo Messina Denaro e denuncia le richieste di estorsione subite. Con la sua testimonianza ha contribuito all’arresto di diversi esponenti mafiosi.

Fiume in piena: un movimento popolare che raccoglie cittadini, studenti, associazioni, rappresentanze sociali e territoriali provenienti dal triangolo della Terra dei Fuochi, in prima linea nella lotta per la salvaguardia dell’ambiente contro gli abusi della criminalità organizzata.

La fattoria di Masaniello Ristorante – Pizzeria Etica: nasce nel quartiere Pilastro di Bologna e coinvolge lavoratori svantaggiati e una rete di associazioni e cooperative del territorio con cui mette in campo attività educative, formative e culturali. Per la sua cucina utilizza prodotti realizzati da cooperative sociali che lavorano su terreni confiscati alle mafie, presidi Slow Food, aziende antiracket o che operano in carcere.

Comunità monitoranti: sostenute dal progetto Common di Gruppo Abele e Libera, sono un esperimento di coinvolgimento delle comunità territoriali, affinché diventino soggetto attivo nel monitorare le attività delle amministrazioni cittadine, prevenendo il malaffare e la corruzione.

L’edicola di Borgo Stretto: un bene confiscato alla mafia nel centro di Pisa, riaperto grazie ad un progetto di riutilizzo sociale dell’azienda da parte di Libera Pisa e della Cooperativa sociale Axis.

Nicoletta Polifroni: 26 anni, calabrese, ha studiato legge a Bologna. Nel 1996 suo padre, un imprenditore edile, è stato ucciso dalla ‘ndrangheta perché si rifiutava di pagare il pizzo.

 

Costo biglietti

intero: 16 euro

ridotto: 14 euro

abbonati Teatro Biondo e Teatro Massimo di Palermo: 14 euro

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