Termini Imerese (Pa): viaggio nella preistoria

Tre apuntamenti  Termini Imerese, nel palermitano, per scoprire le tracce dell’uomo antico. Un appuntamento organizzato da BCSicilia.

Il primo appuntamento si terrà domenica prossima 18 febbraio alle 09.00 con la visita guidata al Dolmen e al muro megalitico di Mura Pregne. Il secondo, domenica 18 marzo con le prime scoperte: la grotta Geraci e la grotta Puleri. Infine, il terzo appuntamento, in programma il 22 aprile per scoprire i ripari preistorici nella città e nel territorio: il riparto del castello, borgo scuro, contrada Franco.

Le visite guidate saranno effettuate con mezzo proprio con partenza alle 09.00 da piazza Sant’Antonio a Termini Imerese. “L’uomo sembra essere arrivato molto tardi in Sicilia”, scriveva quasi alla fine degli anni ‘50, il padre della preistoria siciliana Luigi Bernabò Brea nel suo libro“La Sicilia prima dei greci”, durante il Paleolitico finale, quando l’ambiente aveva raggiunto l’attuale configurazione ed il clima era leggermente più freddo dell’attuale. Egli non era diverso da noi: era l’Homo Sapiens Sapiens del tipo di Cro Magnon (dal nome del riparo della Dordogna, nella Francia meridionale, dove fu rinvenuto nel 1868).

Facendo tesoro dei reperti sopravvissuti, custoditi nei Musei di Termini Imerese e Palermo, si può affermare che il territorio termitano sia stato frequentato da gruppi di cacciatori e raccoglitori paleolitici (all’incirca 13000–8000 a. C.) e poi da comunità umane che hanno percorso tutto l’arco della preistoria siciliana. Ciò che si conosce si deve a chi, con passione, nel corso dei decenni, ha dedicato parte del proprio tempo alla ricerca dei segni lasciati dall’uomo sin dalla sua prima apparizione nel nostro territorio.

La maggior parte delle scoperte furono realizzate nella seconda metà dell’Ottocento, all’alba delle ricerche paletnologiche nel nostro paese, per mano di due amici: Carmelo Palumbo, sacerdote, ed il geologo Saverio Ciofalo, termitani entrambi, a cui si unì successivamente Giuseppe Patiri, uomo erudito molto più di altri contemporanei. Senza dimenticare, nell’arco di un secolo, il contributo di  studiosi come Luigi Mauceri, Ettore Gabrici, Jole Bovio Marconi, Paolo Graziosi, Giovanni Mannino, Sebastiano Tusa, e le diverse personalità italiane e straniere, come il Von Andrian, lo Schweinfurth, il Vaufrey, che all’inizio del secolo scorso, richiamati dalle scoperte avvenute, visitarono il territorio.

Per Alfonso Lo Cascio, Presidente  regionale di BCsicilia “Si tratta di un lungo viaggio nella preistoria di Termini Imerese a partire dalla prima scoperta, circa 150 anni fa, per opera dell’erudito sacerdote Carmelo Palumbo, che rinvenne in una contrada i segni dei “nostri antichissimi padri, allorquando traevano vita nomade e quasi selvaggia. Successivamente a quel primo ritrovamento, che si inseriva nel grande fermento di ricerche che in Europa avrebbe portato alla nascita della moderna paletnologia, le scoperte si moltiplicarono, contribuendo a delineare le varie facies culturali che si sono succedute, in una dozzina di millenni, nel territorio termitano. Ma senza il contributo iniziale di ricercatori siciliani come il Rosario Palumbo, ingiustamente dimenticato, saremmo ancora più orfani del nostro passato”.

 

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