Messina: Pathology, i particolari dell’operazione

E’ stata denominata “Pathology” l’operazione che questa mattina ha portato all’esecuzione di 33 ordinanze di misura cautelare (2 in carcere, 5 ai domiciliari, 10 obblighi di dimora e 16 misure interdittive dall’esercizio delle funzioni). I carabinieri del comando provinciale di Messina hanno scoperto associazioni per delinquere finalizzate alla corruzione, truffa aggravata ai danni dell’Inps, false perizie, falsi in atto pubblico e altro.

L’indagine era partita nel 2015 da una complessa attività condotta dai carabinieri della compagnia di Patti. I carabinieri avevano documentato l’esistenza e l’operatività, nell’area tirrenica della provincia di Messina, di un’associazione a delinquere con un complesso ben strutturato. C’era anche una seconda associazione costituita da liberi professionisti operanti nel settore legale e medici nonché funzionari pubblici e responsabili di diversi patronati.

Il danno per la pubbilca amministrazione è stimabile in oltre un milione di euro. Venivano elargiti rimborsi dagli 8 mila euro per le cause di minore entità, ai 43 mila euro per quelle più rilevanti. Risultano indagate 102 persone.

I militari dell’Arma hanno disarticolato una struttura organizzativa forte, ben congegnata e profondamente compenetrata nel mondo dell’assistenza previdenziale. Insomma, una consorteria ad anelli saldamente concatenati formata da professionisti di alta caratura operanti nei settori legale, sanitario, giudiziario, pubblico ed assistenziale.

Le figure di vertice erano l’avvocato Anna Ricciardi di Brolo e Francesco Piscitello. Erano loro al vertice delle due associazioni. I due erano materialmente supportati da Vincenzo Princiotta, Ilenia DE Luca e Rosaria Lo Presti (tutti e tre ai domiciliari). Erano loro a gestire patronati o studi di assistenza fiscale che assicuravano al gruppo ulteriori adesioni.

Inoltre, il gruppo criminale poteva contare sui favori di medici anche impegiati in strutture pubbliche che liberi professionisti che svolgevano il ruolo di Ctu per i giudici per ottenere i falsi certificati e su alcuni dipendenti della locale sede dell’Inps.

Ricciardi e Piscitello, entrambi in carcere, corrompevano i medici con del denaro per redigere false certificazioni attestanti malattie per le quali si poteva poi ottenere la certificazione di invalidità. Le indagini hanno documentato 15 di questi episodi.

In altri casi, quando si era avviato il contenzioso giurisdizionale, Ricciardi nell’ambito della propria attività di avvocato patrocinava le cause attraverso la corruzione di Piscitello. Nel corso delle indagini sono stati ricostruiti pienamente ben 20 episodi del genere.

Per uno di loro è stata documentata dalle intercettazioni video ambientali lo scambio di denaro (2.500 euro) tra un cittadino che aveva conseguito il giudizio favorevole in favore all’avvocato Ricciardi e del dottor Piscitello che in quel procedimento era stato consulente tecnico del giudice.

I funzionari dell’Inps, dal canto loro, abusando della loro funzione pubblica, garantivano ai correi la rapida liquidazione delle somme di denaro.

Erano ben 14 le figure professionali che operavano all’interno dell’organizzazione ben congegnata, anche liberi professionisti incaricati di svolgere il ruolo di consulenti tecnici d’ufficio, ossia periti del giudice. I medici redigevano dietro compenso false certificazioni su malattie e disabilità. Talvolta le visite venivano effettuate anche senza il pagamento del ticket sanitario. I Ctu poi, in cambio di compensi, redigevano false perizie tecniche favorevoli ai clienti/pazienti del sodalizio.

Il secondo organigramma criminale vede all’apice l’avvocato Notaro e l’assistente di studio Mariella Di Gaetano, entrambi agli arresti domiciliari. Anche questo secondo gruppo operava con metodi analoghi sempre attraverso la stessa struttura organizzata in cui aveva un ruolo centrale Francesco Piscitello.

Le indagini hann permesso di accertare 5 episodi in cui, attraverso false perizie, venivano ottenuti pareri favorevoli nel contenziono giurisdizionale.

Nel corso delle indagini, in particolare, sono emersi due episodi particolarmente emblematici. In un caso l’avvocato Ricciardi aveva comunicato alla propria cliente che il Ctu era un’amica del dottore Piscitello, invitandola dunque a consegnarle subito i soldi in contanti in vista della loro consegna ad alter persone per agevolare il sistema senza intoppi.

Nel secondo episodio, il dottor Piscitello riferiva ad un cliente che quando si sceglie un avvocato “bisogna scegliersi quello giusto che si sa muovere”, promettendo che se la causa venisse patrocinata dai legali Piscitello e Ricciardi, la vittoria in giudizio sarebbe stata assicurata al 99.9% anche ottenendo il 100% di invalidità. Ai legali sarebbe andato il 40% della parte in più e poi la pensinoe di invalidità sarebbe rimasta al cliente.

In molti casi, inoltre, è emerso che l’Inps doveva corrispondere immediatamente non solo l’indennità conseguente al riconoscimento di malattie e del grado invalidante, ma anche tutti gli arretrati a decorrere dal momento in cui era stata presentata la prima domanda di invalidità. Si parla di molte migliaia di euro, parte dei quali costituivano il profitto illecito degli associati e patrimonio criminale della stessa associazione.

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