Catania: tentano di sottrarsi ad accertamento Enel, arrestati 2 titolari di un minimarket

Agenti del commissariato catanese Borgo-Ognina hanno arrestato Antonio Davide Tramontana e Giuseppe Dario Tramontana. I due fratelli gemelli sono i titolari di un minimarket nel quartiere San Cristoforo. Sono indagati per i reati di furto, favoreggiamento personale, resistenza e minaccia nei confronti di incaricati di pubblico servizio.

La vicenda trae origine da un controllo effettuato in passato da operatori Enel al negozio dei gemelli per verificare un sospetto furto di energia elettrica. Con ogni probabilità, atteso il bassissimo consumo di elettricità registrato, i tecnici dell’Enel avevano verificato la presenza di un magnete posto sul contatore ma il padre dei due arrestati, spalleggiato da altre persone, li avevano rinchiusi in uno stanzino del locale, sequestrandoli, ingiungendo loro di andarsene e minacciarli per farli desistere dalla verifica.

Gli operatori, intimoriti, lasciarono il luogo dell’accertamento per recarsi presso il commissariato Borgo-Ognina dove sporsero denuncia per sequestro di persona, minaccia e resistenza a incaricato di pubblico servizio.

Nel frattempo, l’esercizio commerciale continuava a far registrare consumi di energia elettrica eccessivamente bassi, soprattutto a fronte delle attrezzature elettriche installate, facendo presagire che l’illecito prelievo fosse ancora in atto.

Ieri gli uomini dell’Enel hanno fatto un ulteriore sopralluogo al minimarket per effettuare le dovute verifiche e rivolgere ai titolari dell’attività le dovute contestazioni. Questa volta era presente Davide Tramontana che, spalleggiato dall’altro fratello e da un secondo dipendente, ha afferrato il personale Enel e con violenza e minacce lo aveva allontanato dal contatore, impedendone la verifica.

Nel frattempo, una quarta persona ha afferrato il magnete per poi dileguarsi. Anche il padre dei Tramontana, giunto nel locale, ha minacciato i tecnici dell’Enel a cui si è presentato come uomo d’onore, intimando loro di allontanarsi e di non procedere ai controlli.

I poliziotti avevano però predisposto un servizio di appostamento a pochi metri dall’esercizio commerciale per intervenire tempestivamente qualora necessario. Così è stato. Gli agenti hanno fatto immediatamente irruzione, mettendo in sicurezza il personale Enel “cristallizzando” le prove dei reati connessi e, dopo aver ricostituito fatti e responsabilità a carico dei due fratelli, li hanno arrestati.

I Tramontana si sono rifiutati di indicare il nome del complice che aveva rimosso la calamita dal contatore per poi fuggire e di consegnare le immagini del sistema di video sorveglianza posto all’interno del locale. Per tale motivo è scattato anche il sequestro penale dell’impianto di telecamere installato all’interno del negozio. Per i due arrestati, il P.M. di turno ha stabilito gli arresti domiciliari.

Il padre dei Tramontana è stato anch’egli denunciato, ma in stato di libertà, sia per le minacce agli operatori dell’Enel, sia – sol perché non v’era più lo stato di flagranza – per il reato di sequestro di persona commesso nei loro confronti.  Sono in corso indagini per l’identificazione del quarto complice, già segnalato all’Autorità giudiziaria.

Infine, una puntualizzazione: con l’avvento dei contatori elettronici, i consumi – e, quindi, anche quelli “sospetti” per eccessiva esiguità – vengono registrati centralmente dai sistemi informatici Enel. È stato, così, possibile accertare che l’illecito prelievo di energia elettrica durava da più di un anno.

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