Catania: “Una sola storia” al castello Ursino

Domani 28 luglio il castello Ursino di Catania alle 21.00 ospiterà lo spettacolo teatrale “Una sola storia”, tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice agrigentina Elita Romano con la regia di Tatiana Alescio.

In scena tre attrici siciliane: Giuliana Accolla, Rossana Bonafede ed Ersilia Saverino. Fuori campo la voce di Mariano Rigillo.

Lo spettacolo, prodotto dalla Trinaura, debutta il 4 Agosto 2013 alla Latomia dei Cappuccini nell’ambito della rassegna LatomiArte, accompagnato da applausi calorosi e seguito da una rassegna stampa generosa di critiche favorevoli. Da allora in tournèe in vari teatri.

Attualmente in concorso al VI Sicilia Festival. Lo spettacolo è stato selezionato tra i finalisti della 70^ edizione del Festival Nazionale di Arte Drammatica di Pesaro, e pertanto debutterà il prossimo 13 ottobre al teatro Rossini di Pesaro.

Dallo stesso romanzo è stato anche realizzato un book trailer. Tre minuti densi di emozioni. Questa volta in scena Ersilia Saverino, Giuliana Accolla e Sergio Molino nel ruolo del marito che nella trasposizione teatrale, invece, mai ha avuto un volto.

“Una sola storia” è tratto dall’omonimo romanzo di Elita Romano e narra i rapporti, gli umori di una famiglia borghese della Sicilia degli anni ’50.  È una sola storia… ma in fondo sono quattro, perché la stessa storia, raccontata da prospettive diverse, diventa tutta un’altra storia assumendo connotati altri. Storia di vita, o più precisamente di vita parallela, dove la singola identità si frantuma in segmenti scollati fra loro, non oggi, ma in un tempo oramai andato, in un sud dove molto, troppo è già deciso ancor prima di essere vissuto.

Un sud che non parla apertamente, ma giudica sbirciando da dietro le persiane che riparano dal sole cocente dei pomeriggi d’estate. Rapporti veri tenuti rigorosamente celati, a fronte di rapporti di facciata, apparenze sterili da esibire come trofei. Tempi che cambiano, storie un tempo “giudicate male” che tornano e si ripetono quasi inconsapevolmente.

“Un groviglio di passioni, frustrazioni, rimorsi e rimpianti” che riesce a distruggere i sogni in cui ogni singolo personaggio ha creduto e riposto fiducia.  Ossessionati dalla paura di ferire, tutti finiscono per ferire tutti, anche se stessi. C’è chi ha la possibilità o la forza di scegliere, chi, invece può o sceglie solo di  subire, in ogni caso il denominatore comune è la solitudine, la privazione di qualcosa… o di qualcuno: di un padre per un  figlio, di un marito per una moglie, di un compagno per un’amante. Tutti rigorosamente pressati dalla forza dell’assenza! Un puzzle che si scompone e ricompone ripetutamente, per poi trovare la sua dimensione ultima solo sul finale, quando oramai i giochi sono fatti… quando è oramai troppo tardi.

 

 

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