I nuovi confini dell’Europa: Liguria e i Balzi Rosi di Ventimiglia. Sicilia e Lampedusa

L’isola che non c’e …più

Alto mare. Da lì si può meglio comprendere la rosa dei venti: dalla Libia il Libeccio, dalla Grecia il Grecale … già dalla notte dei tempi.

Sassi esposti al vento da secoli. Sassi divenuti testimonianza di visi marcati, di rughe scavate dall’ultimo sole, di solchi lungo il viso come quella “specie di sorriso” del poeta De Andrè.

Avamposto europeo caduto in disgrazia come, pare stia cadendo, in Liguria, la frontiera con la Francia a Ventimiglia.

Qualche cosa non ha funzionato laggiù a Lampedusa. E pensare che si parlava prevalentemente di malcontento tra la gente che si era di nuovo avvicinata all’ex premier; quello della villa, quello della destra nuova italica, quello che “siccome hanno tanti soldi non rubano di certo”  e quello che “con lui va bene tutto a prescindere”.

Cambiamo per attimo scenario storico e facciamo qualche passo indietro nel tempo.

Qualche anno fa, c’è chi parlò di strade sterrate e bianche diventate nere, di discariche a cielo aperto, di depuratori costati miliardi di lire del vecchio conio,  di terreni pubblici diventati privati e poi rivenduti al Comune, di case che diventano alberghi, di  moli costruiti malamente e di cave abusive. Dicerie di paese che indussero la magistratura a fare verifiche.

Pare trattarsi di appalti ed affari miliardari che finiscono sempre per essere gestiti dagli “amici” degli amici. Certo non è una novità ma, laggiù, nell’isola. Come mai tutto ciò.

Finì per scatenarsi una tempesta e tanto tuonò che piovve. Il sindaco di quella terra remota venne indagato anche dalla Direzione Distrettuale Antimafia per ipotesi di reato gravi. La Digos di Agrigento sequestrò moltissimo materiale.

C’è chi sostiene che i poliziotti rincontrarono palesi irregolarità

Passa il tempo ed ecco che se ne riparla di quelle persone.

In controtendenza nazionale, invertendo le strategie politiche oggi di moda nello stivale, la sinistra radicale ha sconfitto la sinistra moderata e i movimenti; la destra è rimasta addirittura in Continente.

Ovunque le destre rastrellano voti e la sinistra radicale perde e si sminuzza fuorché lì; nell’isola che forse non c’è più,  è successo l’esatto contrario. Certo è che i politologi potrebbe trarne spunto per approfondire il fenomeno.

Ritorniamo a prima dell’unità d’Italia. Fine settecento. Un  ospite speciale andò a soggiornare a Lampedusa.  Era un eremita di origine non nota, dicono forse francese, e lì, morì. Poi arrivarono mezza dozzina di “europei” e un prete;  molti affaristi e commercianti trovarono l’isola molto adatta per la navigazione verso la vicina terra d’Africa.

“Seconda stella destra, questo è il cammino”… ed il tempo passa e  sembra che questo sia un adagio ormai ricorrente, tanto che lì vi facevano rotta mercanti, gentiluomini e pirati. Nel 1830 ci abitavano ben 25 anime  comandate da un governatore, non certo dai rappresentanti del popolo.

Il destino volle che certi sovrani della attuale “padania”, dopo che i Borboni lasciarono il campo, vi mandarono dei migranti coatti e forzati e li mandarono in gran numero, tanto che, fin dall’epoca,  si pose il problema del loro insediamento. Poco dopo, a fine ‘800, divenne comune autonomo.

Lampedusa, meravigliosa lastra quasi spinta ai tropici dai venti del nord, è lì pronta ad essere frontiera e rifugio, da sempre.

Fu persino lambita, alla fine della prima repubblica, da un missile rudimentale lanciato dalla Libia.

Era il mese di aprile del 1985. Vennero lanciati contro il territorio italiano missili SS-1 Scud in dotazione alle forze armate libiche, che avrebbero dovuto colpire un’installazione militare del sistema di radionavigazione Loran della Nato, situata sull’isola e tutto ciò come ritorsione per il bombardamento della Libia da parte degli Stati Uniti nell’operazione denominata “El Dorado canyon”.

Le frontiere sono frontiere, non si scappa.

Dopo quell’episodio e quindi pochi anni dopo, in un anonimo solito pomeriggio, arrivano su quella remota terra,  i carabinieri, la guardia di finanza e la guardia costiera; mostrine dappertutto. Iniziò  una operazione di controllo sulle spiagge dell’isola. E cosa era accaduto laggiù. Si disse che c’era pieno di abusivi. Di  gente che occupava spiagge con ombrelloni abusivi.

Fu caos totale. Sequestri e denunce sono arrivate una dopo l’altra. Fuori dalla casa comunale si mormorava e si formò un capannello di gente irritata. Gli abusivi pretendevano dal sindaco che ripristinasse il disordine, la accusavano di aver mandato la polizia sulle spiagge. Atteggiamenti minacciosi, parole grosse. Iniziarono le proteste. Parlarono anche di minacce di morte. E lì che le regole segnano quel flebile istinto che ti porta a non rispettarle e a vedere di cattivo occhio chi ci prova; era il sindaco che iniziava il suo lavoro ormai archiviato. Quindi le regole sono regole, certo. Ma laggiù non erano certo gradite.

Divennero tutti nervosi e persino dubitarono sulla regolarità di certi lavori che venne realizzati sul municipio. Gli uffici del comune avevano una sistemazione provvisoria se non improvvisata.

Passiamo ai fatti più recenti lasciando alle conosciute e recenti cronache le visite negli USA e la visita del santo Padre.

Sembrava già un capitolo chiuso quello delle elezioni amministrative di quelle isole sperdute ma non è stato così.

Un comunista, dicono “vetero” e radical chic, inaspettatamente vince battendo la “renziana” in carica.

Il comune è liberato da un  Bersaniano che  ha gettato la tessera del Pd  per  votare altrove e perché, spiega,  vuole confrontarsi altrimenti “se ne sta a casa da solo”.

Il giorno dopo lo spoglio, la stanza del sindaco restò subito vuota, senza i premi internazionali e le onorificenze con cui l’occidente globalizzato e non solo, ha voluto celebrare un simbolo di accoglienza e legalità.

Chi comandava  si deve ritirare e lo fa in buon ordine; d’altronde ha perso ed è arrivata terza.

Deve  lasciare quell’ufficio e il sogno di una opportunità di giustizia e di legalità.

Un sogno  che faceva immaginare fosse possibile restituire dignità alle persone e che insegnava al mondo intero il significato della parola accoglienza dal centro del Mediterraneo non solo per l’eremita francese di due secoli prima o per i coatti migranti cacciati lì dai padani Savoia.

Ora indietro tutta e si cambia rotta; le parole d’ordine saranno “l’isola tornerà ad essere come era stata.” Ma nessuna sa cosa veramente significa.

Poco prima della sonante sconfitta l’uscente sindaco venne chiamato nella segreteria nazionale del Pd perché, si disse, trattarsi di una donna appassionata, educata, colta, efficace, lavoratrice è da anni sui media, con interviste, ritratti, copertine, servizi fotografici, interventi, talk show, commenti, convegni. Andò a ritirare il premio Unesco per la pace e da Obama alla Casa Bianca, come simbolo dell’ eccellenza italiana.

E veniamo a qualche giorno fa.

Gli  U2 a Roma, ed il leggendario Bono, hanno ringraziato chi, in prima linea, si sbatte per  il salvataggio di vite nel Mediterraneo. Anche l’ex sindaco di Lampedusa ha visto proiettata, sul maxi schermo, la sua immagine assieme a a quella di Emma Bonino e Rita Levi Montalcini, di Anna Frank , Simone de Beauvoir, passando per Grace Jones, Patti Smith, Angela Merkel e Ada Lovelace.

Subito dopo, l’ex sindaco pare abbia ha ricevuto una infinita valanga di  messaggi. Pensava, come spesso accade, sulla schizofrenica rete, che si trattasse della solita bufala. Ma era tutto vero.

Si è sempre chiesta e lo ha nuovamente fatto in questa occasione, cosa avesse mai fatto di così straordinario  E’ ormai sempre più convita del fatto che è stata davvero  un sindaco un po’ controcorrente. Ritiene di aver perso sui temi della legalità, della lotta alla corruzione e forse si è resa conto che ha fatto un lavoro impopolare che l’ha obbligata  a pagare un prezzo salatissimo.

Andando via dal suo ex ufficio, l’ex sindaco, così si è detto in città, pare abbia dichiarato che adesso farà pulizia e svuoterà la sua stanza fotocopiando tutto e di più a sua tutela. Chissà.

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