Gioiosa Marea (Me): confiscati 170 milioni di euro di beni all’imprenditore Mollica

Beni per un valore di 170 milioni di euro sono stati confiscati dagli agenti della guardia di finanza di Roma all’imprenditore gioiosano Pietro tindaro Mollica.

L’uomo, ex contitolare della Siaf, è attivo nel settore degli appalti di opere pubbliche nazionali. Confiscati beni mobili e immobili, partecipazionie  numerose società. Mollica effettuava fallimenti per il trasferimento fraudolento di valori.

Le indagini erano state avviate a febbraio del 2015 su delega della procura della repubblica di Roma. È stata così portata alla luce una struttura delinquenziale, capeggiata da Pietro Tindaro Mollica, 56 anni.

Dietro lo “schermo” di numerose società formalmente amministrate da diversi prestanome, l’imprenditore è riuscito ad assicurarsi un elevato numero di commesse pubbliche su tutto il territorio nazionale.

Le indagini delle fiamme gialle hanno ricostruito anche le vicende di mala gestione che hanno portato al crack il consorzio romano Aedars Scarl, dichiarato fallito a maggio del 2015. Nel decennio precedente l’ente si era aggiudicato una serie di importanti appalti pubblici su scala nazionale. Una serie di appalti già vinti, per 120 milioni di euro.

Il 10 marzo del 2015 Mollica era stato raggiunto da due distinte misure cautelari personali e condotto nel carcere di Regina Coeli nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “Variante inattesa”.

Le fiamme gialle hanno anche documentato i rapporti personali e d’affari tra Mollica e soggetti delle malavita organizzata di Barcellona Pozzo di Gotto (Me). in particolare spiccano i suoi rapporti con Francesco Scirocco, 52 anni, ritenuto intraneo al clan messinese di Cosa nostra, tra i soci fondatori dello stesso Consorzio Aedars. Mollica intratteneva rapporti personali e di “lavoro” anche con Vincenzo D’Oriano, 52enne pregiudicato mafioso, presunto affiliato al clan camorristico dei Cesarano, amministratore di fatto di una delle consorziate dell’ente.

Grazie alle indagini del Gico della guardia di finanza, è stato scoperto che, nel tempo, Mollica e i suoi “amici” avevano accumulato ricchezze illecite. Il provvedimento di oggi fa seguito al sequestro preventivo del giugno 2015.

I beni confiscati sono: il patrimonio aziendale e relativi beni di 10 società con sede a Roma; quote societarie di 4 società (2 a Roma, una a Venezia e l’altra nel messinese); 11 fabbricati e 29 terreni tra Roma, Varese e il messinese; 11 fra auto e motoveicoli; diversi rapporti bancari, postali, assicurativi e azioni, per un valore complessivo di 170 milioni di euro.

 

Il giudice della prevenzione ha applicato a Mollica anche la misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per due anni.

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