“La memoria è importante, ricordare è necessario per costruire percorsi di legalità. La mafia si alimenta laddove esiste il disagio e la povertà, per combatterla sono morti falcone e borsellino ma tocca a noi ogni giorno alzare la testa e urlare basta tutto questo non lo accetterò più”.
A dirlo è stato il segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese nel suo intervento all’iniziativa “Legalità e Bene comune, per un lavoro eticamente possibile” organizzata da azione cattolica in occasione del l’anniversario della strage di Capaci.
Il buon lavoro è l’arma che può sconfiggere il tritolo anche il più potente unito però alla moralità nei comportamenti. Ogni giorno ognuno di noi può fare qualcosa e contribuire a creare lavoro pulito, lavoro eticamente sostenibile semplicemente non cedendo più a compromessi, sbarrando il passo al malaffare con una barriera di buone prassi.
“L’etica del lavoro è fondamentale per l’inclusione sociale e per evitare la precarietà occupazionale e la disomogeneità nella distribuzione del reddito -ha sottolineato Genovese – Il lavoro si crea utilizzando le risorse che ci sono per tutti, non per ottenere profitti individuali. Svuotare 1000 tasche per gonfiarne una è delinquenza”. Genovese ha focalizzato il suo intervento sul territorio messinese dove “il bisogno mette radici diventando terra di conquista del malaffare”.
Il lavoro è legalità, è, cioè, un’azione da portare avanti insieme per il bene comune, per ridare civiltà a questo martoriato territorio dove si arriva ad aggredire chi ti richiama all’osservanza delle regole anziché rispettarle. Il bisogno crea degrado e apre sempre più spazi alla malacreanza e alla delinquenza. Perché non rispettare le regole è delinquenza.
Lo sviluppo passa dalla legalità Genovese ha voluto legare la lotta alla legalità con quella per la crescita sociali, per gli investimenti e per lo sviluppo economico. “Il lavoro è ciò che ci rende liberi dai ricatti della malavita, senza lavoro non c’è sviluppo. Serve consapevolezza e agire per raggiungere obiettivi concreti, scelte chiare e responsabilità condivise che rifuggano da ricette dal sapore populista, proposte confuse di sussidi economici e non redditi da lavoro. Quello che serve sono politiche vere, interventi specifici e differenziati per favorire gli investimenti per creare lavoro ed accompagnare le povertà con servizi per l’inclusione sociale”.