Catania: egiziano espulso dalla polizia

Lo scorso 21 aprile agenti della polizia di Stato presso il centro di permanenza di Brindisi-Restinco, hanno accompagnato all’aeroporto di Fiumicino per il rimpatrio in Egitto il 43enne Ashraf Mohamed Gamaleldin Mohamed Aly Omar, egiziano.

Il provvedimento è stato eseguito dopo la conclusione di un complesso iter amministrativo terminato con due distinte decisioni del tribunale civile di Catania che non ha ritenuto di concedere la sospensiva prima al diniego della richiesta di permesso di soggiorno presentata per motivi familiari e, successivamente, al decreto prefettizio di allontanamento dal territorio nazionale.

Lo straniero è stato rintracciato dalla Digos di Catania dopo una mirata attività di indagine conclusasi, tra l’altro, con la perquisizione del camper che lo stesso utilizzava per i suoi continui spostamenti per rendersi irreperibile; nel corso della ricerca sono stati trovati e sequestrati un machete di fattura artigianale lungo 40 cm e un telefono cellulare contenente tra l’altro un file audio riproducente l’inno dell’ISIS e una foto del terrorista che aveva ucciso in diretta l’ambasciatore russo durante un convegno in Turchia, riportante una scritta in lingua araba e tradotta: “Dio è grande, noi siamo come Mohamed e saremo così per sempre e non lasceremo nessuno in pace se prima la popolazione di Damasco non sarà lasciata in pace”.

L’OMAR, inoltre, dopo le notifiche degli atti dava in escandescenza rendendo necessario l’intervento dei medici del 118 che hanno dovuto sedarlo. I summenzionati provvedimenti sono stati resi necessari dalla spiccata pericolosità per l’ordine e la sicurezza pubblica evidenziata dal predetto egiziano durante gli anni di permanenza in Italia e dai contatti emersi con il terrorista della strage di Berlino, AMRI Anis.

Infatti, lo stesso, è stato più volte condannato per vari reati, tra cui false attestazioni sull’identità, falsità materiale, uso di pubblici sigilli contraffatti, resistenza a pubblico ufficiale, tentata rapina, porto illegittimo d’armi e minacce, per i quali era stato tra l’altro destinatario di un altro decreto di espulsione il  14 marzo 2013 con trattenimento presso il C.I.E. di Trapani da dove il successivo 21 aprile veniva coattivamente rimpatriato nel suo Paese d’origine.

Tuttavia, Omar era riuscito ad ottenere fraudolentemente un visto dall’Ambasciata d’Italia in Egitto, utilizzando un passaporto con generalità differenti riuscendo così a rientrare nuovamente in Italia dove continuava con le sue condotte illecite e violente poste in essere anche nei confronti della moglie che ha ottenuto poi la separazione dal marito.

Commenti
Caricamento...

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi