Catania: l’agricoalimentare siciliano guarda all’America

Nei giorni scorsi a Catania 20 aziende agroalimentari siciliane hanno partecipate al seminario di approfondimento tecnico relativo all’esportazione dei prodotti agroalimentari siciliani negli Stati Uniti d’America.

L’incontro è stato organizzato da Nuovaimpresa, servizio nato nel 1997 in seno alla Confcommercio di Catania e finalizzato alla creazione di nuove imprese, l’assistenza alla finanza agevolata delle PMI della Regione e dallo scorso anno il supporto alla commercializzazione dei prodotti del territorio con l’estero.

L’incontro è stato aperto da Franz Cannizzo, responsabile di Nuovaimpresa e consulente di direzione ed organizzazione di impresa che durante la mattinata ha avuto modo di offrire, insieme a Eugenio De Cristofaro e Vincenzo Valenti, una panoramica dettagliata del panorama del mercato Usa. In particolare, De Cristofaro ha illustrato alle aziende presenti il sistema doganale statunitense e le procedure nonché le autorizzazioni legali relative all’esportazione dell’agroalimentare siciliano negli USA, focalizzando l’attenzione dei partecipanti alla necessità di ottenere la certificazione della FDA, Food and Drug Administration.

Cannizzo ha poi messo in evidenza la necessità di elaborare e condividere, dal punto di vista imprenditoriale, una strategia commerciale dei prodotti agroalimentari siciliani verso l’estero e in particolare verso gli Stati uniti per garantire qualità, ma anche quantità, necessaria in oltre 50 stati federati e che rappresentano un mercato dalle grandi potenzialità per la Sicilia.

“è necessario inoltre – ha concluso Cannizzo – agire con determinazione politica, considerando che, ad esempio, in questo momento esiste un vero e proprio embargo USA per le carni siciliane e di tutto il Sud Italia in generale, a causa, secondo le fonti ufficiali, di una malattia infettiva diffusa tra i capi di bestiame, la vescicolare, che a mio personalissimo parere somiglia più al risultato di qualche lobby industriale nei confronti dei nostri allevamenti. Da qui la necessità di intervenire subito”.

 

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