Catania: sequestrato patrimonio da 3,5 mln di euro

Un patrimonio di un valore di oltre 3 milioni e mezzo di euro è stato sequestrato dagli agenti della squadra anticrimine della questura di Catania. L’ennesimo colpo sferrato al patrimonio di illecita provenienza. I sigilli sono stati posti a tre imprese individuali, una società di capitali, una serie di conti correnti bancari con carte di credito, nonché di numerosi beni mobili registrati.

Il provvedimento è stato emesso nei confronti di Gaetano Nobile, pluripregiudicato di 31 anni, orbitante nell’area di influenza della cosca Cappello.

L’Autorità giudiziaria ha pienamente accolto il quadro ricostruito dagli investigatori della questura che hanno seguito le intricatissime trame intessute da un gruppo di persone che, con una serie di compravendite, affitti, cessioni e passaggi di proprietà hanno fatto di tutto per dissimulare la riconducibilità dei beni a Nobile.

Per ripercorrere le “piste” che dal patrimonio portavano al pregiudicato, il questore Marcello Cardona ha messo in campo una vera joint venture della legalità con l’ausilio degli agenti della squadra mobile e della polizia anticrimine.

Nel mirino degli agenti il “Bar castello 2” in via Armando Diaz, appartenente alla Sean srl, l’impresa di Antonella Chisari e di Evelyn Nobile, rispettivamente moglie e sorella di Nobile e l’impresa di Antonio Paolo Ingrassia, il “Caffè Diaz” con annessa rivendita di tabacchi nella stess via.

Il tribunale di Catania ha disposto il sequestro di sei beni mobili registrati (4 auto, un autocarro e un motociclo). Infine, sono stati sequestrati numerosi conti correnti e rapporti bancari intestati e/o riconducibili a Nobile per 65 mila euro complessivi.

I patrimoni erano sì illegali, ma perfettamente in regola con licenze, la presentazione delle SCIA, segnalazioni di certificazione inizio attività, i subentri nelle licenze, le richieste ai monopoli di Stato e tutti i ripetuti acquisti e talvolta immediati passaggi di proprietà messi in atto tanto dal Nobile, quanto dai suoi prestanome proprio per mettersi al “riparo” da qualunque rilievo potesse essere eccepito dagli organi accertatori.

Nobile è imparentato con esponenti di spicco del clan mafioso Cappello (gli zii sono Sebastiano e Aurelio Balbo) e si è distinto in numerosi e gravi episodi delittuosi per i quali ha subìto condanne definitive, tra l’altro, per furto aggravato, rapina aggravata, sequestro di persona, evasione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Dai molteplici elementi investigativi raccolti è emersa la figura di un soggetto poco incline all’osservanza delle norme e uno stile di vita sproporzionato alle capacità reddituali formalmente dichiarate. L’indagine patrimoniale ha evidenziato da un lato un’evidente quanto eclatante sproporzione e l’irregolarità del patrimonio così accumulato in quanto frutto di investimenti illeciti.

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