Trecastagni (Ct): visita guidata alla collezione di ex voto

Domenica 26 febbraio nell’ambito del “programma conoscenza”, SiciliAntica e Atc l’associazione che viaggia, organizzano una visita guidata alla più grande collezione di ex voto a Trecastagni e alle tavolette nella chiesa del Carmine di Catania.

Le partenze sono previste da Palermo e Termini Imerese. Dopo l’arrivo a Trecastagni è in programma la visita al santuario dei Santi martiri Alfio Filadelfo e Cirino, la cui costruzione ebbe inizio nel 1517, per volontà popolare, dopo il ritrovamento delle reliquie dei tre fratelli.

L’interno della chiesa è a tre navate a croce latina. A seguito del massiccio afflusso di fedeli nel 1928 la chiesa venne elevata a santuario. All’interno della sacrestia si trova un museo degli ex voto, quadri votivi che i devoti portano ai fratelli martiri come segno di fede e per ringraziarli delle grazie ricevute. Una collezione dove sono confluite le tavolette ex voto commissionate e donate dai fedeli per oltre un secolo, dal 1867 fino alle porte del Duemila. Dipinti realizzati solitamente da botteghe specializzate del circondario.

A fronte di una committenza solitamente non ricca, gli artigiani rispondevano con realizzazioni senza pretese che avevano come unico obiettivo l’efficacia narrativa. Colori vivaci, nessuna tinta sfumata, rappresentazione immediata e verosimile degli eventi miracolosi. Come base per gli ex voto gli artigiani utilizzavano spesso materiali di riuso come pezzi di lamiera, a volte anche spezzoni di legno o masonite. Dal punto di vista dell’osservatore laico e dell’antropologo, le tavolette donate offrono un osservatorio insolito sulla storia della Sicilia.

Grazie alle raffigurazioni degli ex voto si apre uno squarcio sulla vita minore, quella del popolo minuto. Una rassegna iconografica di grande valore etnografico che assolve la duplice funzione di comunicazione e di attestazione del “miracolo”, ottenuto per l’intercessione dei Santi Fratelli. Sono oltre mille i quadretti dipinti ad olio su tela, cartone, legno e specialmente lamiera, che appaiono nella rassegna.

I Santi sono raffigurati in tutte le tavolette che narrano le circostanze in cui è avvenuto il miracolo. È interessante constatare come, attraverso questi dipinti, si rivivono la storia, l’evoluzione dei tempi, il mutamento dei costumi, dell’abbigliamento, degli arredi. Previsto il pranzo libero al gran Caffè Urna, storico locale etneo inaugurato nel 1885, nel paese di Viagrande tra Trecastagni e Catania, ancora oggi un punto di riferimento per coloro che vogliono gustare le specialità dell’antica tradizione gastronomica dell’area catanese.

Nel pomeriggio il gruppo si trasferirà a Catania dove visiterà la basilica santuario di Santa Maria del Carmine che domina, con la sua mole, la vasta piazza del mercato popolare. L’edificio sacro, con tutti i suoi tesori d’arte, fu completamente distrutto dal terrificante terremoto dell’11 gennaio del 1693; a partire dal 1729 fu ricostruito nelle grandiose architetture che oggi sono visibili.

In occasione dell’anno mariano del 1954, fu elevata a Santuario, quale testimonianza e riconoscimento della fede e della grande tradizione dei suoi sette secoli di vita. Nel novembre del 1988 Giovanni Paolo II l’ha elevata alla dignità di basilica minore. La chiesa, a tre navate, è la terza in ordine di grandezza di Catania dopo la cattedrale e quella di San Nicolò l’Arena.

Ricca di altari, la chiesa ne ha ben 11 in marmo policromo, sei dei quali sono uguali fra loro. Su entrambe le pareti della navata di sinistra è collocata una ricchissima collezione di ex voto, oggi in parte custoditi anche in teche di legno e vetro. Le tavolette votive sono dei quadretti di materiale vario che riproducono mediante un disegno pittorico la scena del miracolo della Madonna del Carmelo.

L’esposizione degli ex voto racconta passo passo l’evolversi sociale e tecnologico di un mondo lontano dai grandi avvenimenti riportati nei libri di storia. Quella degli ex voto è la vita quotidiana dei siciliani in un periodo che va dalla fine dell’Ottocento all’immediato dopoguerra e riveste curiosità per la raffigurazione di ambienti catanesi sia interni che esterni dell’epoca.

Maria Chiara Ferraù

 

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