Augusta (Sr): corruzione al porto, un arresto

Corruzione al porto di Augusta, nel siracusano. Nel mirino delle fiamme gialle e della magistratura l’aggiudicazione dell’appalto dei “servizi ingegneria per la redazione della VAS a corredo del piano regolatore”. Un professionista è stato arrestato questa mattina nell’ambito dell’operazione denominata “Port utility”.

Le fiamme gialle hanno svolto perquisizioni anche a Malta dove erano state create diverse società fantasma. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati in conferenza stampa dal procuratore capo della Repubblica.

L’ingegnere siracusano Gaetano Nunzio Miceli, 57 anni, è stato arrestato e dovrà rispondere del reato di corruzione. Gli agenti della finanza hanno sequestrato la sede della società di ingegneria Tecnass srl in contrada Targia.

Le indagini sono state coordinate dal procuratore capo Francesco Paolo Giordano e dirette dai sostituti procuratori Tommaso Pagano e Margherita Brianese. Le indagini erano state avviate nel 2015 e sono state svolte attraverso numerose perquisizioni e accertamenti bancari nei confronti di oltre 25 società e persone fisiche.

A Malta nel 2016 sono state controllate ulteriori documentazioni bancarie. Miceli, insieme ad altri indagati, aveva creato tre società risultate “cartiere”: la Malta Tecnass holding ltd, la New Pro engineering ltd e la Treemme ltd con unico scopo quello di far confluire a Malta i soldi degli illeciti commessi in Sicilia.

Nel caso in questione, cioè relativo all’appalto al porto di Augusta, il prezzo della corruzione era di 330 mila euro, pagate a motivo di consulenza ad un commissario di gara dell’appalto bandito dall’Autorità portuale di Augusta, contattato da Miceli. L’appalto era appetibile . Inizialmente del valore di un milione 810 mila euro, subito dopo l’aggiudicazione con la procedura a ribasso a 751 mila euro, poi sarebbe stato “esteso”, secondo le intenzioni di Miceli, ad oltre 5 milioni di euro, senza ricorrere ad alcuna gara pubblica.

La commissione di gara era stata nominata nel 2013, ma il disegno criminoso di Miceli nasceva tre mesi prima, quando aveva corrotto il membro della commissione predetta. Ultimati i lavori di valutazione delle offerte presentate, l’appalto era stato aggiudicato ad un raggruppamento temporaneo di imprese di cui una società era riconducibile a Miceli.

Nell’operazione risultano indagate altre due persone oltre all’ingegnere Miceli e al commissario corrotto. Si tratta dei soci dello studio Tecnass srl. Il gip Giuseppe Tripi ha disposto l’arresto per Miceli e il sequestro preventivo nei confronti della Tecnass srl.

Maria Chiara Ferraù

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