Catania: operazione “Cowards”, 10 arresti per rapine

Vasta operazione antirapina condotta questa mattina dagli agenti della polizia di Stato di Catania che hanno arrestato 10 persone nell’ambito dell’operazione denominata “Cowards”.

Le manette sono scattate ai polsi di Alessandro Bagli, 51 anni; Danilo Di Mauro, 24 anni; Giuseppe Nicolosi, 29 anni; Placido Privitera, 27 anni; Salvatore Sgroi, 40 anni; Rosario Spampinato, 60 anni; Giuseppe Zappalà, 22 anni. Arresti domiciliari per Ettore Roberto Virgata, 21 anni; Angelo Zinna, 24 anni e Graziella Rapisardi, 37 anni.

Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di rapine, tentate rapine, furti in appartamento e ricettazione di auto e motocicli.

Le indagini erano state avviate nel 2015 dopo una rapina aggravata commessa nel pomeriggio del 26 ottobre ai danni di una gioielleria di via Etnea. Gli agenti hanno accertato che due giovani rapinatori, a volto scoperto, con minacce e violenze, hanno minacciato di morte il titolare del negozio, impossessandosi di un panetto contenente monili in oro per un valore di 12 mila euro.

Dai filmati di una telecamera di video sorveglianza della zona, si vedeva come i due malviventi prima fossero scappati a piedi e poi a bordo di uno scooter Aprilia Leonardo, risultato rubato. Grazie alla rilevazione della targa del ciclomotore, è stata avviata una serie di servizi di intercettazioni e video riprese disposti dalla procura.

Nel corso delle indagini è stata svelata l’esistenza di un’organizzazione criminale, promossa ed organizzata da Di Mauro, Nicolosi e Zappalà con l’aiuto di altri soggetti, specializzata in rapine.

Era Nicolosi, all’epoca agli arresti domiciliari, l’ideatore e promotore dei reati da portare a termine. La sua casa era una sorta di quartier generale dove i sodali si riunivano per organizzare la messa a punto dei colpi, curando le attività preliminari come l’individuazione dei bersagli, gli appostamenti finalizzati a comprendere le abitudini delle vittime, la duplicazione delle chiavi di ingresso delle abitazioni prese di mira, ecc.

Le indagini hanno permesso di dare un volto ai rapinatori anche di due colpi messi a segno ai danni di anziani con modalità particolarmente violente, a febbraio ed aprile del 2016.

Nel primo caso, il 19 febbraio, i rapinatori si erano introdotti nell’abitazione di due fratelli nel centro di Catania. Una volta in casa hanno colpito al volto una delle due vittime, immobilizzata con il nastro isolante, mentre il fratello è stato costretto ad aprire la cassaforte da cui è stata prelevata una somma contante di 7 mila euro e altri preziosi. Zappalà, uno degli arrestati, approfittando dei lavori effettuati dal padre muratore nell’abitazione delle vittime, aveva fatto la copia delle chiavi d’ingresso. L’analisi delle conversazioni registrate, sebbene in forma criptica, hanno consentito agli agenti di individuare l’abitazione delle vittime.

La seconda rapina era stata messa a segno ai danni di due anziani la sera del 20 aprile, utilizzando l’escamotage di staccare l’energia elettrica della casa in zona Ognina-Picanello. La donna ha aperto la porta d’ingresso e i malviventi si sono introdotti all’interno, colpendo le vittime ripetutamente, procurando alla donna la rottura della protesi dentaria e all’uomo un trauma cranico. Nel corso dell’azione delittuosa, i rapinatori hanno puntato il coltello alla gola dell’uomo, minacciandolo di morte. Hanno poi immobilizzato le vittime, legandole con un cavo telefonico a delle sedie e si sono impossessati della somma complessiva di 1.500 euro e di anelli preziosi.

Sempre lo stesso gruppo si era reso responsabile di un furto in abitazione commesso il 29 novembre del 2015 a Viagrande (Ct) e di una tentata rapina ai danni di un anziano, ex imprenditore edile, proprietario di una lussuosa villa a Catenanuova nell’ennese, sventata grazie all’intervento di agenti della squadra mobile.

Altri furti erano stati commessi dalla banda l’uno dicembre del 2015 a Canicattì nell’agrigentino. Quella volta si erano impossessati di preziosi per il valore di 100 mila euro. Il secondo furto era stato commesso invece a Catania il 10 dicembre del 2015. In quell’occasione gli agenti della squadra mobile avevano arrestato in flagranza di reato, due dei tre malviventi: Privitera e Spampinato, recuperando i borsoni con una refurtiva per un valore di 50 mila euro.

Maria Chiara Ferraù

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